Passarci al di sotto diventa sempre più inquietante. Provare per credere. Sono passati esattamente otto anni dalla prima denuncia fatta della pericolosità di un ponte lungo 240 che attraversa Andria sulla Strada Provinciale 2 e che quotidianamente viene utilizzato da moltissimi mezzi pesanti e non solo. Nulla è cambiato da quella prima denuncia almeno per la Provincia di Barletta Andria Trani che è proprietaria dell’arteria stradale e che dunque dovrebbe provvedere alla manutenzione dei ponti. In realtà due cose sono state fatte: una da parte del comune di Andria che già otto anni fa certificava il pericolo di quel ponte chiudendo parzialmente la strada comunale di contrada Macchie di Rose su cui c’è anche il tragitto della ciclovia della Trifora. E l’altra da parte della Provincia BAT stessa con la sistemazione di un paio di ponti (tra quelli per cui denunciavamo la pericolosità già nel 2017). Ma quello che forse è il più pericoloso e pericolante resta lì al chilometro 45 della provinciale. Come spiegavamo già diverso tempo addietro il cemento in diversi punti non collabora più con i ferri come facilmente riscontrabile dalle immagini a seguito di quellla che viene chiamata la “carbonatazione” dello strato di calcestruzzo a contatto del ferro stesso per il passaggio di acqua ed aria. Una situazione che peggiora ad ogni pioggia, che mostra i sintomi dell’usura della struttura la cui parte sottostante è divenuta completamente nera e con ferri a vista oltre che con crepe particolarmente importanti. Qui però da parte della Provincia non è stato fatto assolutamente nulla nonostante vi fossero state, dopo alcuni sopralluoghi, richieste di intervento vista la pericolosità di strutture datate ben oltre 50 anni. Ma al passaggio di ogni auto il rumore al di sotto è sempre più inquietante così come inquietante, e qui è giusto chiedere un intervento all’ente comunale andriese, è l’aspetto al di sotto del ponte. I rifiuti sono tantissimi e sicuramente non vengono rimossi da tempo considerato che questa è la strada da percorrere come ciclovia della Trifora uno dei percorsi ciclistici utilizzati spesso dagli amanti della bici o delle mountain bike. Un percorso realizzato proprio per permettere ai cicloturisti di godersi il panorama delle campagne sino a Castel del Monte senza l’assillo delle vetture ed a pieno contatto con la natura. Qui il contatto è con la sporcizia e l’inciviltà di alcuni balordi più che con la natura incontaminata che accompagna la meraviglia di Castel del Monte.