Erano le 19,34 quando la Presidente del Consiglio Laura Di Pilato è stata costretta a sciogliere la seduta dell’assise comunale poichè in aula, in seconda convocazione e dopo l’appello, c’erano solo sette consiglieri tutti di opposizione. E’ lo strano pomeriggio in Comune ad Andria dove per la prima volta in otto anni di amministrazione Giorgino, non era mai accaduto che una seduta andasse deserta sin dall’inizio per la mancanza di tutta la maggioranza.

Una assenza in realtà già annunciata per via degli aperti contrasti proprio tra i partiti del centrodestra e la presidente del consiglio Di Pilato della cui revoca si sarebbe dovuto discutere proprio durante l’assise odierna. Ma la stessa maggioranza aveva chiesto di attendere nella convocazione del consiglio, richiesta non accolta in conferenza di capigruppo e data fissata proprio ad oggi.

Nuova convocazione che sarà decisa domani mattina nella nuova conferenza dei capigruppo ma naturali le proteste delle opposizioni presenti in aula in particolare del capogruppo del Movimento 5 Stelle Michele Coratella che dice: «Oggi si sarebbe discusso di alcuni argomenti che riguardano i cittadini ma soprattutto la delibera di revoca della Presidente del Consiglio. La maggioranza l’ha proposta ed ha chiesto il consiglio comunale per poi non presentarsi. E’ facile fare uno più uno – dice ancora Coratella – non si sono presentati perchè non hanno ancora un nome condiviso per la Presidenza del Consiglio. Dei problemi della città, in pratica, non importa nulla al centrodestra».

«C’è stata una anomalia nella convocazione del consiglio comunale frutto di una situazione che si è creata in sede di conferenza di capigruppo – ha detto Giorgino – si è voluto enfatizzare una richiesta prospettata di aggiornare i punti iscritti all’ordine del giorno del consiglio comunale, ipotizzando anche di fissare una nuova data aggiuntiva, con la possibilità di discutere sia di questi ordini del giorno che dell’approvazione delle tariffe delle aliquote che hanno una scadenza più immediata e cioè il 30 marzo. In modo difforme rispetto allo statuto comunale – dice ancora Giorgino – non è stata data la possibilità ai capigruppo di porre in votazione una data per celebrare sia questo consiglio che quello sulle tariffe. La Presidente – ha detto Giorgino – ha deciso autonomamente ed ha stabilito questa data. E’ la metodologia che ha offeso i consiglieri comunali che si sono sentiti mortificati nello svolgimento delle proprie prerogative ed hanno chiesto di annullare questa assise. Ma la Presidente ha deciso comunque di fissare la convocazione, in segno di ripristino delle regole che devono accompagnare lo svolgere regolare della vita amministrativa. I consiglieri di maggioranza – conclude Giorgino – hanno deciso di non partecipare a questa seduta di consiglio comunale proprio perchè si ritiene che tutto debba svolgersi nell’alveo delle norme previste per il regolare svolgimento degli organi amministrativi».