Una storia di cui ci siamo già occupati e su cui ritorniamo a ridosso di un nuovo appuntamento importante. Da 20 anni, infatti, Luciana e soprattutto Alessandro attendono giustizia. Una giustizia fatta di errori su errori che probabilmente hanno cambiato la vita di una famiglia, di un uomo che quest’anno compirà 20 anni, un giovane che lotta ogni giorno per vivere con coraggio e forza “una vita non vita” come la definisce lui stesso. Luciana ha voluto riaprirci le porte della propria casa ad Andria perché proprio Alessandro, protagonista di questa vicenda suo malgrado, ha voluto testimoniare cosa significa esser oggi Alessandro (Link all’articolo del 2 febbraio scorso).

Evidentemente emozionato non si è sottratto a qualche domandina. Alessandro è stato, lo ricordiamo, concepito dopo una polmonite avuta durante il 6° mese di gravidanza da mamma Luciana, polmonite non individuata con tempestività dai medici e che, prima portò in rianimazione la stessa donna e che poi sarebbe il nesso causale (individuato da un perito tecnico), della “cerebropatia ipertonica da sofferenza perinatale”. Troppo tempo per il feto senza ossigeno con i danni provocati come la diparesi spastica o l’anartria od ancora la distonia. Circa una ventina i medici chiamati in giudizio per questo caso a partire dal ginecologo per poi arrivare alle diverse componenti che trattarono il problema di Luciana presso l’Ospedale “Bonomo” di Andria. Un procedimento lungo e fatto di rinvii, grandi delusioni e la scelta di continuare a combattere. Ed Alessandro, con il fondamentale aiuto di mamma Luciana e di tutta la sua famiglia, ha proprio lottato in questi lunghi anni pur non avendo altro che la massima dipendenza dall’aiuto proprio dei suoi genitori. Diplomatosi lo scorso anno ha deciso di prendersi un anno sabbatico per capire cosa fare da grande. Ma ora chiede giustizia, chiede di avere una vera e propria parola fine sul perché.

La lunga vicenda giudiziaria nel procedimento civile ancora in corso di svolgimento ed iniziato nel lontano ’98, non ha ancora una sentenza di primo grado da parte del Tribunale di Trani. Ma l’8 marzo le parti saranno nuovamente in aula, l’ennesima per Luciana ed Alessandro, per la trattazione del procedimento. C’è un nuovo giudice che dovrà ora ascoltare le parti in caso di necessità, studiare il corposo fascicolo che conta ben 20 anni di incartamento, ed emettere eventualmente una sentenza. Una sentenza di 1° grado che Luciana ed Alessandro chiedono ad alta voce e senza più indugi.

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