“I signori utenti dell’ufficio vaccinazioni sono gentilmente pregati di non sostare davanti all’ingresso di questo stabile per non impedire l’entrata o l’uscita dei condomini qui residenti”. Il cartello, affisso nei pressi dell’Ufficio Vaccinazioni di viale Istria ad Andria, si conclude quasi beffardamente con un “grazie”. A rilanciare un problema che sta caratterizzando ormai da cinque anni il territorio andriese, è Peppino Pirro, bancario e da sempre impegnato nella società civile e nella politica, che attraverso la sua pagina facebook posta la foto con il cartello e tutta l’indignazione che è poi il sentimento imperante tra i cittadini come più volte segnalato anche attraverso queste pagine.

ufficio vaccinazioni asl bt code copy«Questo avviso è affisso accanto al portone di ingresso di un condominio attiguo all’ambulatorio per le vaccinazioni della ASL di Andria, in via Vittorio Veneto. Ci passo spesso. E più ci passo e più mi vergogno – dice Pirro – Mi vergogno per loro. Mi vergogno per loro che non sanno o che fanno finta di non sapere. L’angusto ingresso dell’ambulatorio non riesce a contenere i numerosi bambini imbacuccati nelle carrozzine o stretti nelle braccia rassicuranti delle mamme. E l’attesa del proprio turno alimenta la tensione. E la Fila si allunga. Si allunga fino a diventare, nel suo informe comporsi, elemento costante e indefinito dell’arredo mobile del marciapiede che scorre davanti all’ambulatorio: quando ci passo la domenica mattina avverto l’impalpabile disagio di qualcosa che non c’è. E la Fila si allunga, rasente il muro, per ripararsi sotto i balconi dal sole cocente, dalla pioggia. E la Fila si allunga fino ad intralciare l’ingresso nel portone di casa di questo condominio».

Sembra che qualcosa si sia mosso comunque e nei giorni scorsi il Direttore Generale dell’ASL BT, ha firmato l’affidamento definitivo dei lavori ad una ditta canosina per sistemare la struttura di via Gabelli dove sarà collocato l’intero comparto “Igiene” dell’ASL tra cui anche l’ufficio vaccinazioni. Ma per i lavori, se tutto andrà per il verso giusto, passeranno non meno di sei mesi. Sei mesi nei quali il fitto programma di vaccinazioni dovrà comunque esser regolarmente svolto: «E nei giorni più freddi, come nei trascorsi giorni di neve – ricorda Pirro – le si forma accanto un altra di Fila, forse ancora più raccapricciante, fatta di auto nelle quali i papà riparano i propri figli in attesa del turno, riscaldate dalla combustione del carburante mentre i gas di scarico avvelenano la Fila. E passando cogli la rabbia, la rassegnazione, l’indignazione avvilita di una Fila che si è formata per esercitare un diritto, che speriamo si trasformi in obbligo: vaccinare i propri bambini!».

Resta l’amarezza per quel cartello, l’amarezza per un disagio ancora irrisolto dopo cinque anni, l’amarezza per la difficoltà nel trovare un perchè: «Rimane un’unica consolazione – conclude Pirro – la Fila sa che i piccoli saranno nelle mani di medici e infermieri dei quali conoscono l’eccellente valore professionale e la totale abnegazione. Ed io. Io sto con la fila, e mi vergogno per chi sa, per chi ha il dovere di intervenire, per chi fa finta di non sapere!».