Volano gli stracci nella maggioranza politica di centrodestra anche se alla fine le due delicate delibere sul riequilibrio di bilancio passano con il voto di 20 consiglieri. Un lunghissimo consiglio comunale ad Andria, finito ben oltre mezzanotte, per decretare l’ormai famoso “predissesto”, anche se ora si chiama accesso al fondo di rotazione e riequilibrio pluriennale di bilancio. Un consiglio atteso e forse mai così delicato per il Sindaco Nicola Giorgino e la sua maggioranza che da oltre otto anni governa la città. Un consiglio in cui pochi sono stati gli spunti delle minoranze tra cui per il centrosinistra la richiesta di dichiarare dissesto e dunque il fallimento da parte del Comune da Sabino Fortunato, o la tenacia nel porre domande di Daniela Di Bari ma anche, per il Movimento 5 Stelle, la classica sintesi da parte di Michele Coratella.

Ma gli spunti più importanti nascono proprio dal centrodestra che in Consiglio verifica la sua tenuta non prima di aver però lanciato strali tra le diverse fazioni. Dalla maggioranza ne vien fuori, in sostanza, il consigliere Saverio Fucci che ha chiuso un trittico di interventi al vetriolo inaugurati da Nino Marmo che ha parlato di «Momento della verità». Una verità che lo stesso Marmo ha voluto spiegare attentamente nel corso del suo intervento e che ha avuto inizio dall’ammissione di errori fatti nel corso di questi anni. «Non lasceremo ad altri l’opera di risanamento. Noi avremo la umiltà e la dignità di chiedere scusa degli errori fatti e di fare in modo che gli errori vengano superati». Poi i tanti numeri e le tempistiche a partire dai riscontri alla Corte dei Conti, il 30 settembre l’approvazione del bilancio consolidato, il 10 ottobre le controdeduzioni al MEF ed, infine, la presentazione del piano di riequilibrio che deve essere «puntuale e rigoroso» ed approvato tra il 27 novembre ed il 10 dicembre. Non sono mancate le stoccate al Sindaco soprattutto per quanto riguarda la nomina della nuova Giunta oltre alla assoluta contrarietà all’esternalizzazione del servizio tributi sino ad arrivare ad una lotta senza quartiere verso l’evasione fiscale. In otto anni, da questo punto di vista, poco o nulla è stato fatto.

Concetto ribadito con diverse sfumature anche da Antonio Nespoli e Laura Di Pilato che hanno ricordato anche come solo nel mese di «aprile sia stato approvato il bilancio di previsione con previsioni difatto sbagliate come i 3 milioni di euro di utenze non inserite oltre ad ulteriori debiti fuori bilancio. Il tutto determina gli 11 milioni di euro. Il problema – ha ricordato Nespoli – è emerso proprio per gli errori di previsione». Nespoli e Di Pilato, dopo essersi astenuti assieme ai consiglieri Sgaramella e Fucci, rispetto al primo provvedimento sulle modifiche al PEF dell’ARO BT che, molto probabilmente comporterà anche un aumento della TARI per i cittadini andriesi, hanno assicurato il voto favorevole ai due delicati provvedimenti chiedendo, però, maggiore condivisione e trasparenza oltre che una riduzione delle cariche assessorili. A chiudere gli interventi al vetriolo è stato proprio il consigliere Fucci che ha parlato di situazione contabile e debitoria già nota nel passato a partire dal «2012 al 2014 quando ci fu un saldo negativo di 33 milioni di euro». Lo stesso Fucci ha ricordato come «Non mi prendo responsabilità per questa cosa anzi abbandonerò l’aula perché in coscienza ho sempre fatto il mio lavoro. Il piano sarà difficile, spero che la Corta dei Conti lo accetti, ma nutro grossi dubbi. Io ho chiesto di individuare la responsabilità politica».

Attorno all’una di notte è arrivato, infine, il voto favorevole di 20 consiglieri su 20 presenti, tutti di centrodestra, sui due provvedimenti. Il disavanzo ammonta a 11 milioni di euro circa oltre ai 43 milioni, frutto del riaccertamento dei residui già effettuato nel 2015 dopo il cambio di legislazione contabile, e già rateizzati in trent’anni per circa un milione e mezzo all’anno. Ora ci sarà tempo 90 giorni per completare il piano di riequilibrio finanziario dell’ente da presentare a Corte dei Conti e Ministero per evitare le procedure di dissesto del Comune. La chiusura, in una serata difficile e complessa, è stata tuttavia dello stesso Sindaco Nicola Giorgino che ha risposto punto dopo punto alle molte sollecitazioni di maggioranza ed opposizioni. «La politica ha il compito di dare atti di indirizzo e controllare che gli uffici eseguano gli indirizzi. Non possiamo assolutamente fare ingerenze. Ho mostrato delle perplessità rispetto alle modalità tecniche scelte – ha spiegato Giorgino – avrei voluto costruire il piano ex ante in modo da porre i consiglieri nelle condizioni di sapere con chiarezza. Su questo il tempo, tuttavia, ci è stato in contrasto. Problema dell’ente è quello della riscossione. Ecco il disequilibrio. Mai è stato declassato il settore tributi che nel 2010 aveva 17 unità ed oggi ha le stesse unità. Abbiamo perso 132 unità nel Comune ma il servizio tributi non ha mai avuto meno di 17 unità. Altro problema – ha concluso Giorgino – sono stati i mutui contratti tra il 2005 ed il 2007 con 45 milioni tra l’acquisto di Palazzo Ducale per un milione e mezzo e la restante parte per strade spontanee mai realizzate». Poi la chiusura con la disponibilità, «in qualsiasi momento ad andare via anche questa sera».