«Sono partiti circa un mese fa i lavori di rifunzionalizzazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale Bonomo di Andria. La finalità degli interventi è quella di “ridurre drasticamente i tempi d’attesa”. L’impressione, però, è che i cittadini andriesi e dell’intera provincia, avranno ancora molto da aspettare. Innanzitutto per ciò che riguarda la riqualificazione della struttura. I lavori, infatti, (il cui tempo massimo si aggirava intorno ai 90 giorni) pare si siano, almeno momentaneamente, fermati». Sono le parole contenute in una nota del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Andrea Barchetta che rilancia un problema atavico per il “Bonomo”.

«Che il pronto soccorso di Andria viva in una situazione insostenibile, è ormai drammaticamente cosa nota. A partire dal succitato e annoso problema dei tempi d’attesa. Causati non solo dalle problematiche strutturali di cui sopra. Non possiamo, infatti, continuare ad ignorare le condizioni di lavoro a cui sono costretti gli operatori, tra turni massacranti e personale sottodimensionato. Un numero di prestazioni giornaliere insostenibile e conseguenti lunghe attese per i codici gialli e verdi. Ciò, chiaramente, non può poi che abbassare il livello e la qualità delle prestazioni stesse».

«L’organico, attualmente, è ridotto da 14 a 6 unità. La vicina Barletta, che circa un mese fa ha inaugurato una nuova ala (più grande e funzionale) del Pronto Soccorso del “Di Miccoli”, vanta 16 unità, con turnazioni di 3 e 4 medici contro le due turnazioni giornaliere e una notturna di Andria. Con enorme difficoltà nella gestione delle emergenze. Le stesse criticità del Pronto Soccorso andriese, hanno spinto altresì i medici specializzandi (circa 6 unità) a rinunciare. Un’altra occasione persa. Si è provato, per di più, a sopperire alla mancanza di personale con l’impiego dei medici di chirurgia, che, in teoria, dovrebbero svolgere dei turni durante i propri orari di reparto. Nella realtà, però, rimangono spesso bloccati nei rispettivi reparti per la risoluzione di altre emergenze».

«Il Presidente Emiliano e la variopinta maggioranza in Regione, dovranno prima o poi rendere conto di questa situazione. Nel frattempo, però, ci chiediamo: l’amministrazione comunale di Andria, che dovrebbe tutelare i cittadini e quindi i pazienti andriesi, ne è al corrente? Intende prima o poi sollevare la questione dinanzi e/o assieme alle istituzioni competenti? Non vorremmo si sviluppi un asse di immobilismo tra il centrosinistra andriese e quello regionale, che già negli ultimi 10 anni si è reso protagonista di un depotenziamento del sistema sanitario regionale senza precedenti e che anche sul tanto sbandierato nuovo ospedale di Andria continua a rimanere al punto di partenza: lo stato di validazione del progetto, senza le risorse economiche necessarie».