Una Chiesa che deve riscoprire il centro da cui ripartire per far si che venga riscoperta la parola di Cristo. Riscoprire il centro per evitare di cadere in uno dei problemi che spesso la Chiesa stessa deve affrontare e cioè non muoversi più verso l’altro cadendo nel narcisismo. E’ la profonda riflessione che ha portato nella due giorni in Cattedrale, la Diocesi di Andria con in testa il Vescovo Mons. Mansi, la moderazione del vicario Mons. Massaro ed i tantissimi fedeli che hanno gremito la basilica andriese.

Ospite della prima serata è stato il Vescovo di Albano, Mons. Semeraro, che ha commentato proprio la lettera pastorale “Partiamo dal Centro”, che Mons. Mansi ha voluto consegnare alla propria comunità per il nuovo anno pastorale. Raccontare la Chiesa, raccontarla nella riscoperta di Cristo, raccontarla partendo dalla necessità di vivere e superare i problemi nel solco di una necessaria continua riflessione. E lo stesso Mons. Semeraro, nominato da Papa Francesco segretario del gruppo di cardinali chiamati a consigliarlo nel governo della chiesa universale e a studiare un progetto di revisione della Curia Romana, giovedì sera nella sua relazione è partito dall’assunto che la parola “centro” è facile da reperire sin dalle prime pagine della lettera pastorale di Mons. Mansi. Riscoprire Cristo come centro perchè sia al centro ed il centro come ha sottolineato anche Papa Francesco.

Centro che ha difatto due significati, centripedo e centrifugo e cioè Cristo è il centro su cui stare ma anche il centro da cui partire per andare e costituire quella Chiesa in uscita di cui tanto si parla. Spesso, si è ricordato durante la serata, si parla di discepoli missionari, discepoli poichè decidono di stare con Gesù, ma anche discepoli perchè devono andare incontro al bisogno ed all’uomo. Ma c’è anche una preoccupazione importante e cioè quella di perdere questo centro. Quando si perde il centro, come ha ricordato Mons. Semeraro – tutto diventa liquido ed anche nella Chiesa è possibile perdere il centro. Il Vescovo di Andria ha ricordato nella sua lettera come questo sia un pericolo vero e molto serio. Perdere di vista il centro significa non muoversi più verso l’altro e si rischia di cadere nel narcisismo. Un pericolo soprattutto perchè vi sono non meno di tre tentazioni, si è ricordato, se si pensa al narcisismo e cioè quella di voler risolvere tutto da soli, ma anche cadere in un clericalismo assolutamente negativo con i cristiani che non hanno più tempo per andare verso gli altri sino alla liturgia cosiddetta staccata dalla fede divenendo difatto un gran teatro.

La lunga ed appassionata riflessione ha permesso, nella successiva serata di venerdì, di avviare un proficuo ed importante dialogo per indicare vere e proprie priorità dell’azione quotidiana ed ascoltare i tanti contributi di sacerdoti e fedeli. Ora spazio all’azione operativa ma anche alla ricerca per un appuntamento ormai consolidato nel tempo che richiama la Chiesa andriese in un momento di riflessione per avviare un nuovo e lungo anno pastorale.