Delusione, amarezza e in un certo senso consapevolezza dei tanti, forse troppi limiti. Si è chiusa con un inutile pareggio nel derby contro il Lecce la stagione 2016/2017 della Fidelis Andria, al suo secondo anno consecutivo in Lega Pro.

Dodicesimo posto in classifica, 47 punti totalizzati, 30 reti realizzate e 33 subite. Stagione fallimentare? In un certo senso si. Il patron Montemurro in estate non ha fatto proclami di vittoria, ma ha affermato davanti ai tifosi di voler migliorare il 7° posto conquistato nella stagione 2015/2016. La riconferma di Piero Doronzo nei panni di diesse e il ritorno sulla panchina di Giancarlo Favarin. artefice della trionfale cavalcata in serie D, erano ottime basi sulle quali poter puntare decisi all’obiettivo. Ma qualcosa è andato storto già dalle prime battute: rosa meno competitiva, scelte sbagliate e un rapporto tra diesse e tecnico mai sfociato in “amore”.

Nonostante tutto Favarin ha saputo dare un’identità alla squadra che ha chiuso il girone d’andata in piena zona play-off, ma lo sciagurato mercato invernale con le cessioni di Poluzzi e Matera e gli arrivi del solo Croce e del giovane Vasco ha ulteriormente indebolito una rosa capace di conquistare 6 miseri punti nelle ultime 10 gare di campionato.

L’impressione è che questa squadra abbia fatto molto di più di quello che realmente poteva ottenere e su questo vanno dati i giusti meriti ai calciatori ed al tecnico, e raggiungere un qualcosa di più della salvezza sarebbe stato davvero un miracolo.

Per non aver rispettato gli obiettivi iniziali sul banco degli imputati dovrebbero salirci tutti: dal tecnico al diesse, dai calciatori alla proprietà. Piero Doronzo, ormai da più di tre mesi, si è già defilato e con molta probabilità emigrerà al Nord, mentre mister Favarin è in attesa di poter parlare con i vertici della società azzurra, ma il matrimonio può definirsi già concluso. Al presidente Montemurro non resta che resettare tutto, ripartire con un nuovo progetto e provare a riaccendere una piazza delusa ed arrabbiata.