L’ultima parola ora spetterà alla Regione Puglia ma l’amministrazione guidata da Giovanna Bruno ha scelto di tirare dritto sulla sua strada e di approvare ieri in giunta la proposta del 14 settembre scorso di nuovo piano di dimensionamento scolastico per le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado della città di Andria. L’approvazione ieri in giunta. Non considerate le due proposte arrivate dal Partito Democratico cittadino. E le polemiche, naturalmente, non finiranno qui. Andando nello specifico la proposta prevede il passaggio da 10 autonomie scolastiche a 9, tutti istituti comprensivi. Tra questi quattro sono di nuova costituzione e cinque sono quelli già esistenti e che non vengono toccati, almeno per il prossimo anno scolastico, visto che la scuola “Verdi-Cafaro” potrebbe comunque perdere la scuola dell’infanzia “Carella” che sarebbe annessa ad un istituto comprensivo nascente nel quartiere “Maraldo”.

E proprio su questo istituto si concentrano i più grandi dubbi di una proposta che, a detta dell’amministrazione comunale, pensa ad una scuola futura ma che nel presente ha diverse criticità. Il nascente Istituto Comprensivo “Cotugno” nasce con un numero di alunni, attualmente, inferiore ai 700 e con l’idea di far costituire una nuova scuola media. Oltre alla quantità numerica decisamente sottodimensionata rispetto ai 925 studenti richiesti della regione c’è anche un problema tangibile di spazi come ci avevano spiegato le docenti e la dirigente scolastica qualche giorno fa: l’unico plesso di via Fucà, infatti, non avrebbe spazi adeguati per creare la nuova scuola media e per contenere anche gli uffici amministrativi. Problemi che dovranno essere affrontati eventualmente dall’amministrazione comunale successivamente ma che forse si sarebbero dovuti ipotizzare già in sede di piano.

C’è anche un secondo istituto già sottodimensionato e cioè quello già attivo della “Mariano-Fermi” che al momento conta 867 alunni. Sale decisamente di numero, invece, l’istituto comprensivo “Imbriani-Salvemini” nel quartiere di San Valentino che grazie all’annessione della scuola “Don Tonino Bello” potrà sfiorare i mille alunni dai circa 600 attuali. La scuola “Oberdan”, nonostante le proteste, viene divisa in tre diverse istituzioni scolastiche con, in particolare, l’annessione della scuola dell’infanzia “Lotti” al nascente comprensivo “Vaccina”. Quello che balza agli occhi del piano costruito dall’amministrazione comunale è comunque le importanti differenze numeriche delle scuole dell’infanzia con istituti che potranno contare su centinaia di alunni e con altre poche decine. Nell’ottica della continuità educativa, sulla quale il piano stesso si basa, sicuramente un fattore negativo con cui si dovrà fare i conti per il futuro. Altro fattore più volte criticato è la distanza territoriale a cui dovranno dar conto alcune nuove aggregazioni scolastiche oltre alla possibile mobilità di docenti e studenti le cui conseguenze sono tutte da verificare.

Ora c’è tempo comunque per le controdeduzioni e proposte dei consigli di istituto che hanno pochi giorni per dare i loro pareri assieme ai sindacati. Alla regione, come detto, spetterà l’ultima parola: nelle linee guida presentate ad inizio agosto c’è l’indicazione che si procederà in tutta la regione al taglio di 59 autonomie scolastiche.