«“I numeri non li sopporto più” canta il cantautore Jovanotti. Eh sì i numeri, i conti, i bilanci. Bisogna risparmiare! Peccato però che non si sta parlando della spesa al supermercato, ma di scuola, quindi di materiale umano. Qualche giorno fa, l’amministrazione comunale ha riunito i dirigenti scolastici degli Istituti di Andria perché, dovendo “obbedire” alla richiesta della regione Puglia, di sanare situazioni al di sotto di parametri fissati dalla legge finanziaria dello Stato, propone, scartando un più sensato progetto della stessa Regione Puglia, di stravolgere l’assetto di alcune scuole andriesi, in particolare della scuola “Verdi-Cafaro” e della scuola Cotugno» – è la nota a firma della dirigente del 3° circolo  “Cotugno” di Andria e dell’intera comunità scolastica.
«La scuola “Verdi-Cafaro” “perderebbe” la scuola dell’infanzia “Carella” che verrebbe accorpata alla scuola “Giovanni Paolo II”, De Amicis”, “Sorelle Agazzi”, che a loro volta verrebbero staccate dalla storica sede di viale Gramsci, accorpata alla scuola S. S. di primo grado “P. N. Vaccina”. Tutto questo gioco machiavellico per “racimolare” un numero di alunni comunque al di sotto dei parametri stabiliti dalla legge, ovvero 925 alunni per istituzione scolastica.
Una soluzione che si fa fatica a digerire! Come spesso accade ci si dimentica che dietro i numeri ci sono volti, emozioni, sentimenti, intelligenze, ricordi, insomma persone. La scuola è fatta di persone che ci lavorano, che credono in ciò che fanno e investono quotidianamente per far sempre meglio. La scuola è fatta di alunni, con la loro voglia di conoscere, di crescere, di diventare protagonisti della loro vita, con le loro emozioni, sentimenti, intelligenze e sensibilità. Non si può accettare silenziosamente una manovra che trascura tutto ciò!
La scuola “Cotugno” che porta il nome di colui che fu il primo direttore didattico delle pochissime scuole di Andria negli anni ‘40-’50, resterebbe priva della sua sede storica in viale Gramsci, quindi perderebbe la sua radicale identità per costruire un istituto che comprenderebbe tre scuole dell’infanzia: “De Amicis”, “Sorelle Agazzi”, “Carella” e una sola scuola primaria, “Giovanni Paolo II”, per un numero totale di alunni pari a 756. Un accorpamento che non ha molto senso se pensiamo al fatto che 756 alunni sono ben inferiori al numero minimo di 925 stabilito dalla legge, se pensiamo al fatto che la scuola dell’infanzia “Carella” è ben lontana dal quartiere in cui è sita la scuola primaria “Giovanni Paolo II” quindi le famiglie continuerebbero a iscrivere i propri figli alla scuola primaria “Giuseppe Verdi”, così come accade per i piccoli alunni della scuola dell’infanzia “Sorelle Agazzi” che abitano le aule dell’edificio “Della Vittoria”. Quindi nessuna prospettiva di crescita per l’istituto comprensivo “Cotugno”, anzi, se pensiamo anche al calo demografico!
Una scuola che ha investito e sta investendo per migliorarsi a livello strutturale, didattico e tecnologico che perderebbe utenze e dipendenti, dai docenti al personale ATA. Siamo sicuri che questa sia la scelta giusta?
In un periodo storico già così difficile, siamo sicuri di poterci permettere di togliere il lavoro?
Siamo sicuri che interrompere la continuità didattica ai bambini che si spostano da un grado di scuola all’altra, non comporti alcuna conseguenza ai piccoli utenti?
Più logico e pressoché accettabile è il progetto di riorganizzazione strutturato dalla regione che manterrebbe il circolo didattico “Cotugno” così com’è, con tutte le sedi attuali e si arricchirebbe della S. S. di primo grado “Dante Alighieri”.
La dirigente Filomena Cannone e tutto il personale scolastico e non del 3° Circolo Didattico “R. Cotugno” ????????? ????? ???????? per quanto pianificato dall’amministrazione comunale».