Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Giovanni Addario, segretario cittadino del Partito Democratico ad Andria:

«E’ innegabile che, così come era stato istituito, il “Reddito di cittadinanza” non sia stato uno strumento perfetto -tanto che la nostra parte politica non lo sostenne al tempo del Conte 1- che sia stato utilizzato anche in maniera truffaldina, che avrebbe meritato una riconfigurazione, maggiori controlli ed una spinta decisa verso una maggiore inclusione dei beneficiari nel sistema produttivo e lavorativo, ma è altrettanto vero che senza di esso, soprattutto con la crisi pandemica prima e la crisi economica ed inflattiva poi, il nostro Paese avrebbe certamente subito forti, se non drammatiche, tensioni sociali.

La scelta del governo Meloni di dichiarare guerra ai percettori del RDC, appare più una ritorsione politica che una rimodulazione per superare gli aspetti che hanno funzionato meno. Le modalità poi con cui si sta svolgendo la transizione, meglio definirla traumatica cesura, verso quello che sarebbe il “nuovo reddito di inclusione”, non solo è confusionaria ma lascia tante persone senza un sostegno economico che finora è stato fondamentale ai fini della sussistenza di tanti nuclei familiari.

Con uno scarno SMS si sono (dis)informate le persone di rivolgersi ai servizi sociali comunali o ai centri per l’impiego, senza che questi ultimi avessero alcuna indicazione e senza alcuna possibilità di organizzarsi anche soltanto per raccogliere le doglianze degli ex-fruitori.

Anche coloro che avrebbero ancora diritto di percepire fino a fine anno il reddito di cittadinanza, famiglie con fragilità, si sono trovati nel calderone dei “fannulloni”, anche l’assegno unico per i minori a carico rischia di non essere percepito da queste persone.
Tutto il peso della disperazione di troppe persone è stato lasciato quindi sulle spalle dei comuni, e, con le dichiarazioni odierne del ministro del lavoro, su quelli che furono gli uffici di collocamento, che peraltro non sono in grado neanche di avviare le procedure per attingere al nuovo reddito di inclusione che comunque partirà soltanto a gennaio.

Non possiamo che esprimere la nostra preoccupazione per quanto sta avvenendo in queste ore, e, raccogliendo il grido di dolore lanciato dalla nostra Sindaca Giovanna Bruno e da tanti Sindaci catapultati su questo imprevisto fronte, forniamo tutto il nostro sostegno per il lavoro straordinario ed immane al quale saranno chiamati gli uffici sui quali è stato scaricato questo enorme peso, sollecitando al contempo i buontemponi attualmente al governo di porre rimedio a questo pasticciaccio brutto che getta nella disperazione centinaia di migliaia di persone».