Isabella Cicolella, 37 anni, moglie del boss andriese Michele Pistillo ha scelto di collaborare con la giustizia dopo l’arresto scattato nel blitz antimafia dei carabinieri del 16 maggio ad Andria, quando in 20 finirono in manette per traffico di stupefacenti. La decisione della donna è stata annunciata dal pm della Dda di Bari Luciana Silvestris nel corso dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame, chiamato a pronunciarsi sui ricorsi di una decina di indagati coinvolti nell’operazione. La 37enne avrebbe già reso le prime dichiarazioni a fine maggio, con un primo verbale depositato dal sostituto procuratore. In seguito al suo pentimento, è stata trasferita dal carcere di Trani ed ora si trova in una località protetta. Si tratta di un piano di protezione d’urgenza previsto dalla legge per chi decide di collaborare con la giustizia. Le dichiarazioni della moglie del boss Pistillo potrebbero far emergere dettagli fondamentali nell’ambito dell’inchiesta. La 37enne ed il marito, quest’ultimo in carcere insieme al fratello dal 2000 per omicidio ed altri vari reati, sarebbero infatti i custodi di tutti gli affari illeciti del clan. Isabella Cicolella e le altre due donne arrestate nel blitz di maggio ad Andria gestivano il narcotraffico in città dopo aver preso il posto dei mariti finiti in carcere in precedenti operazioni, come quella denominata “Castel del Monte” e per la quale Michele e Francesco Pistillo sono già stati condannati in via definitiva per associazione mafiosa. Le tre donne, secondo gli investigatori, avevano in mano l’intera organizzazione criminale ricoprendo un ruolo apicale e non limitandosi a semplici ordini impartiti dal carcere. Sempre secondo l’impianto accusatorio, gestivano anche la finanze del gruppo criminale.