Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Lorenzo Marchio Rossi, subcommissario cittadino e candidato alla segreteria provinciale del PD, Gianni Addario consigliere comunale e candidato alla segreteria cittadina PD, e Michele Di Lorenzo capogruppo consiliare, in risposta alla decisione del Sen. Francesco Boccia di rinviare il congresso Pd ad Andria:

«La vicenda congressuale del PD, come era nelle aspettative di molti, si è trasformata in una sceneggiata indecorosa. Nel merito dei ricorsi pendenti non ci permettiamo di esprimere pareri, avendo piena fiducia nella Commissione regionale che si sta occupando della questione. È opportuno, però, svolgere una considerazione politica. La nota del sen. Boccia, in qualità di Commissario ad acta per il Congresso regionale, si palesa erronea nella tempistica nei modi e nei contenuti. Intervenire prima ancora che la “Commissione regionale per il Congresso” abbia esaminato il ricorso è irrispettoso degli organi statutari ed è un tentativo di influenzare indebitamente certe scelte. Sbagliata nei modi perché un rappresentante dell’area Schlein, che si proclama arbitro in una vicenda locale in cui è coinvolto personalmente, è un caso tipico di conflitto di interessi all’italiana. Sbagliata nei contenuti perché associa indebitamente la vicenda di Andria ad altre situazioni, assolutamente diverse, con l’evidente scopo di buttare in caciara un congresso che vede contrapposti due modi differenti di intendere la politica sul territorio. Da ultimo, non si comprende come una semplice nota possa, in contrasto con regolamenti e statuti, decidere “di rimettere nella disponibilità della nuova Segreteria Regionale la decisione” sulla celebrazione del congresso bat. Sarebbe curioso conoscere quale sia la norma che permetta questo atto autoritario. In altri termini, assistiamo all’ennesimo pretesto utilizzato dai soliti noti per impedire il dibattito politico. D’altronde si tratta della stessa persona che aveva commissariato la segreteria provinciale poco prima delle elezioni e che adesso tenta di bloccare il congresso provinciale in previsione della probabile sconfitta. Fino a che punto abuserai, o Catilina, della nostra pazienza?».