«Come prima, più di prima. Di Cagno Abbrescia, Attanasio, Palese e poi chissà chi altri.
Ormai siamo abituati a subire qualunque scelta arbitraria di Emiliano nella sua spasmodica ricerca di consenso, inteso come allargamento della sua “personale” sfera di influenza.
La formula preferita è una riedizione del vecchio adagio “se non puoi batterli unisciti a loro”.
Ci troviamo culturalmente agli antipodi del concetto di egemonia gramsciana. Quindi deve dedursi che il problema non sia il presidente della Regione ma la linea politica del PD
e dell’intero centrosinistra». Lo scrivono in una nota i consigliere comunale del Partito Democratico di Andria (Di Lorenzo – Addario – Asselti – Marchio – Fortunato – Malcangi – Vurchio – Di Leo – Sanguedolce).

«A questo punto, come semplici iscritti, dobbiamo chiederci se abbia ancora un senso parlare di strategie politiche e di modelli culturali alternativi. Quella che indefessamente propone Emiliano è una politica interpretata come puro esercizio personalistico del potere, spogliato finanche dal fastidio del confronto e privato di quelle prospettive che oltrepassino il semplice tornaconto elettorale. In ogni città, in ogni comunità politica, dovremmo cominciare a discutere seriamente su quale sia il senso del nostro mandato elettorale e se questo non sia stato tradito dai vertici istituzionali e politici che ci rappresentano. Almeno questo è il tentativo che cercherà di realizzare il gruppo consiliare del Pd di Andria,
cominciando semplicemente a porsi delle domande. Ammesso che sia ancora lecito porsi delle domande».