Chi è stato o non è stato Riccardo Vescovo?. Cominciamo con quello che San Riccardo Vescovo non è stato: non è vissuto nel V° secolo d.C., come si racconta nelle leggende, ma a metà del XII° secolo; la sua non è stata una nomina regia, ma, come stabilito dal Patto di Benevento del 1156, dal Papa e dal Re, iniseme. E quindi è stato quasi sicuramente nominato congiuntamente da Papa Adriano IV, inglese come lui, e dal Re normanno Guglielmo I°. Non è coevo di San Sabino di Canosa, né di Lorenzo di Siponto che sono di quell’epoca, in V secolo. Non è stato un Vescovo dello status quo.

Come ha ricordato anni fa, nel corso di una conferenza storica sulla figura del Patrono e sul ritrovamento delle sue ossa, Don Adriano Caricati – storico della chiesa, che ha curato uno studio sulle diocesi pugliesi – il ministero di San Riccardo è stato caratterizzato da un forte ritorno al Vangelo e di fedeltà al Vangelo. Dunque il suo Episcopato è stato di annuncio del Vangelo, quindi di rottura rispetto ad un clero fortemente secolarizzato, di testimonianza di carità come dimostrano gli episodi riprodotti nelle formelle del Cappellone della Chiesa Cattedrale. Formelle che lo descrivono proteso verso i bisogni della gente. Dunque un taumaturgo , un uomo di Dio che sta in mezzo alla gente, calato profondamente nel tempo che fa della storia di Andria una storia anche religiosa coeva della storia più grande di quegli anni.

Per la città, e alla città, il compito dunque di rinnovare la fede nel Santo Patrono e di continuare a celebrarlo insieme al Duca Francesco II Del Balzo, a cui si deve la scrittura della “inventio” sul ritrovamento delle ossa il 23 aprile del 1438, un nobile che, coerentemente con l’impronta solidaristica di San Riccardo, morì in povertà, terziario domenicano.

Ricordo a cura di Vincenzo Rutigliano – giornalista – Circolo della Stampa Bat “San Francesco di Sales”.