Una lettera aperta del Primo Cittadino andriese, Giovanna Bruno, nel giorno del 23 aprile che segna il ritrovamento dei resti mortali di San Riccardo, Santo Patrono della Città di Andria. Francesco II del Balzo, infatti, operò il ritrovamento del corpo proprio nella giornata del 23 aprile del 1438. Ecco il testo integrale del messaggio del Sindaco Bruno

«Cari cittadini andriesi,

la ricorrenza del ritrovamento dei resti mortali del santo patrono, San Riccardo vescovo, ha rappresentato per secoli un appuntamento rituale in cui la nostra città si ritrovasse ad esultare ed a ringraziare per l’uscita delle avversità dell’inverno, a poca distanza dal termine della Quaresima. Un momento di gioia, di sollievo che coincideva con l’inizio della stagione più clemente ed intorno alle cui prospettive o speranze di prosperità si istituì la Fiera di aprile, un altro importante riferimento economico per il nostro tessuto lavorativo. Era il momento in cui si acquistava il bestiame, per rinforzare le attività in essere, per intraprendere nuove prospettive di sviluppo, sia nel settore zootecnico, sia in quello strettamente agricolo. Era il momento in cui, in altri termini, per secoli la città ha potuto ringraziare San Riccardo della sua benevola presenza (testimoniata dalle sue ossa, ancora oggi gelosamente custodite nella teca sotto l’altare dedicato), riacquistando un pizzico di ottimismo per il futuro, dopo essere stata protetta da guerre, carestie e pestilenze.

Credo, infatti, che la Storia tracci, attraverso i tempi, una parabola ricorrente e che, mai come oggi, alle porte del tunnel di uscita del dramma planetario del COVID-19, abbia senso guardare con speranza alla fine di quell’incubo che ha segnato profondamente la città del Santo che venne dall’Inghilterra.

Il virus che continua ancora a tenerci sotto scacco non è che un episodio doloroso nel cammino della nostra comunità. Esso è entrato in silenzio, quasi illudendoci a lungo che potesse andare via così come è arrivato. Ma non è andata esattamente così. Ha messo le nostre famiglie spalle al muro, strappando a ciascuno di noi la tranquillità, la forza e, in moltissimi casi, anche l’affetto di un caro, un amico o un parente. Oggi, però, la prospettiva di vittoria che arriva dalla scienza ci fa sperare che quanto prima questa terribile vicenda possa essere consegnata alla Storia. Perché, di tutta questa miseria, non resti che il monito al rispetto della vita ed all’accettazione della sua fragilità che l’uomo contemporaneo ha dimenticato in quell’attimo decisivo che gli ha fatto perdere per strada anche il valore intrinseco dell’esistere.

Oggi, come ieri, San Riccardo sia protettore attento di questa Comunità, tanto bisognevole, come non è mai successo, di recuperare il senso profondo della solidarietà di appartenenza e di percorso, in questi ultimi tempi decisamente travolta da piccoli egoismi su grossa scala.

Auguri a tutta la città di Andria».