Mercoledì 6 marzo dalle 15.30 alle 17.30, nell’auditorium dell’Istituto Comprensivo Imbriani-Salvemini di Andria si svolgerà il secondo incontro della Scuola per genitori incentrato sulla tematica “La prevenzione del bullismo e del cyberbullismo”

Nel contesto scolastico il ragazzo sperimenta le prime esperienze di vita al di fuori del più conosciuto ambiente familiare: la socialità, l’affettività e il riconoscimento dell’altro. Intraprende così il lungo percorso verso la costruzione della propria identità nel quale la sperimentazione dell’autonomia rispetto all’ambiente familiare e la  relazione tra pari fanno i conti spesso con il  bullismo che qui trova ampia diffusione sia per la sua eziologia complessa e multifattoriale, sia per il suo esordio lento e progressivo. Per tale motivo è di fondamentale importanza saper individuare e riconoscere i primi segnali d’allarme di quello che può in breve tempo divenire una vera e propria forma di bullismo, nonché possedere strumenti adeguati per sostenere e guidare i ragazzi coinvolti.

Si parla di bullismo quando sono presenti contemporaneamente tre elementi caratteristici ossia l’intenzionalità, la sistematicità e l’asimmetria. Intenzionalità perché si commette consapevolmente del male senza provare rimorso; Sistematicità perché l’azione è perpetrata ripetutamente e frequentemente; Asimmetria perché si verifica da parte del più forte nei confronti del più debole. La prima causa di sottovalutazione del bullismo è proprio il suo confondersi con la normale aggressività del vivere sociale e scolastico.

E’ importante sottolineare come in una situazione di normale conflitto tra coetanei nessuno degli elementi caratteristici del bullismo sia presente e come il conflitto stesso, se orientato e affrontato in maniera adeguata, possa invece rappresentare un fattore dalle caratteristiche potenzialmente costruttive.

Risulta di particolare rilievo nel nostro percorso formativo “GENITORIALITA’ CONSAPEVOLE” il capovolgimento della visione classica: il bullo non deve  essere considerato come “il cattivo che va soltanto punito” ma come colui che sta esprimendo una difficoltà, di qualsiasi natura essa sia. Il suo comportamento va pertanto contestualizzato e interpretato anche come una possibile richiesta d’aiuto.