Assoluzione per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, condanna a tre anni per il reato di tentata turbata libertà nella scelta del contraente.

È la sentenza di primo grado nel processo che si tiene a Trani sull’appalto relativo la raccolta differenziata ad Andria e riguarda l’ex assessore all’ambiente Francesco Lotito. L’ex assessore è anche condannato ad una multa di mille euro, al pagamento delle spese processuali per 3500 euro per ciascuna delle parti offese, al risarcimento del danno che è da quantificarsi.

Trattandosi di sentenza di primo grado si presume che tutte queste disposizioni resteranno ferme per consentire il ricorso in secondo grado. La vicenda nasce da un fatto di cronaca: l’esplosione di un ordigno nei pressi del negozio di mobili dell’ex assessore. Le indagini portarono gli inquirenti a concentrarsi sul ruolo pubblico di Lotito e alle pressioni che lo stesso riceveva per sistemare l’appalto della raccolta differenziata: la Aimeri, società che ad Andria gestiva la raccolta rifiuti, avrebbe cercato di ottenere attraverso alcuni suoi rappresentanti condizioni di appalto favorevoli all’assegnazione dello stesso.

Fatti che comunque non si sarebbero poi concretizzati perchè le presunte promesse di Lotito non sarebbero state mantenute e infatti l’appalto lo vinse la ditta Sangalli, circostanza che ha già prodotto una condanna a sei anni, sempre in primo grado di giudizio, sempre per Lotito nel processo che si tiene a Roma. Le motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale di Trani sono attese entro novanta giorni.