«Sono giorni di grande confusione politica a Palazzo di Città – affermano in una nota i consiglieri del Movimento 5 Stelle di Andria -. Piccoli capannelli di politici in carica, ex consiglieri comunali, illustri assenti da liste ed enti vari affollano le stradine attorno al Comune. Esprimiamo solidarietà al Sindaco, che deve sentirsi accerchiato dal branco di questuanti. Ma mentre il Sindaco decide di rifare l’album delle figurine per indicare la nuova giunta politica, ieri abbiamo dato notizia che è arrivata da un paio di mesi al Comune una lettera che attesta l’avvenuta certificazione della violazione del patto di stabilità interno per il bilancio del 2012, accertato nel 2015 con sanzioni da pagare nel 2016. Senza soldi in cassa, in attesa di notizie da Bari e da Roma, su cosa poggerà il bilancio di previsione 2016? La sanzione di 172 mila euro, pervenuta dal Ministero dell’Interno per il pasticcio del bilancio 2012, sarà pagata solo dal fondo di solidarietà comunale o saranno interessate altre voci del bilancio? Nel frattempo, avvisate chi attende ancora il pagamento degli stipendi di non andare a fare la spesa e di non pagare le bollette, perché corre il rischio di aspettare ancora.

Invece di tagliare una serie di spese in questo momento inutili, scelta obbligata in una situazione economica di grande difficoltà, l’amministrazione andriese rischia di dover ridurre i contributi a favore delle fasce più deboli della popolazione (anziani, minori, diversamente abili, per fare degli esempi), mentre non riesce ad aderire nemmeno ad iniziative “a costo zero”, come quella del Ministero dell’Ambiente che aveva stanziato soldi anche per Andria per dotare le automobili a benzina di non recente costruzione di impianti GPL o metano. Al Comune nessuno si è accorto dell’opportunità.

I nostri amministratori – continua la nota – che ci ricordano spesso che bisogna razionalizzare le spese, quando se ne presenta l’opportunità poi non sono consequenziali. Prendiamo per esempio la Stazione Unica Appaltante provinciale, che dovrebbe curare l’aggiudicazione di contratti pubblici per la realizzazione di lavori, la prestazione di servizi e l’acquisizione di forniture per conto degli enti aderenti. Dovrebbe assicurare la trasparenza, la regolarità e l’economicità della gestione dei contratti pubblici, prevenire corruzione e pericolose infiltrazioni. Ben cinque comuni del nostro territorio hanno aderito. Trani, Bisceglie, Trinitapoli, Spinazzola e Canosa, amministrazioni di centrosinistra e centrodestra, hanno fatto questa scelta, con l’obiettivo principale di minimizzare i costi e massimizzare i profitti. Il Movimento 5 Stelle da sempre è schierato contro le province, ma come persone di buonsenso riteniamo che finché queste esisteranno, finché gestiranno soldi pubblici, siamo chiamati a vigilare su come questi soldi vengono spesi e quali e quanti benefici portano ai cittadini. Dunque, perché Andria non ha aderito? Ci sorprende che proprio chi ha partecipato attivamente all’elezione dell’ex Presidente Spina ed altrettanto attivamente, dopo le dimissioni di Spina, a fare in modo che il consiglio provinciale non si sciogliesse, non abbia preso in considerazione tale opportunità. Il grande regista dell’operazione-Spina, il Sindaco Giorgino, stavolta non ha parlato.

Strano, visto che questo ufficio provinciale, occupandosi della gestione delle procedure di gara, collaborerebbe con il Comune che intende affidare un determinato appalto nell’impostazione dei documenti descrittivi, definendo la procedura di gara ed occupandosi in via esclusiva della redazione degli atti regolatori della gara (il disciplinare di gara, il bando ed altri consequenziali documenti), con l’assunzione della responsabilità circa la definizione dei criteri selettivi. In questo modo si libererebbero delle risorse umane nel Comune di Andria, da destinare ad uffici con scarso organico, che ormai sono tanti e in grande sofferenza. Noi non sappiamo se il nostro Sindaco abbia già programmato questa adesione, visto che se ne fa cenno nella normativa vigente, ma temiamo che egli sia più interessato ad altro, magari alle sorti della poltrona della presidenza della provincia. Chissà».