Si sono conclusi con trenini e canti a squarciagola, guidati nientemeno che dalla sindaca Giovanna Bruno, i festeggiamenti per la festa patronale di Andria. Un momento atteso e goduto dalla città nonostante gli stessi giorni siano stati funestati dalla morte di due giovani sulle strade di Andria e dai riti funebri che sono seguiti. Momenti di grande commozione rinnovati anche in quelli che dovevano essere giorni di festa e spettacolo. Un contrasto che molti hanno ritenuto inopportuno ma la verità è che sarebbe stato troppo complicato fermare il treno dell’organizzazione dei festeggiamenti già in corsa per una festa che doveva tornare, dopo anni di oblio, a soddisfare tutte le aspettative dei cittadini: dai momenti religiosi a quelli musicali, passando per quelli ludici delle giostre con una triplice dislocazione come unica soluzione alla mancanza di spazi dedicati, e persino i fuochi d’artificio. È tornata anche l’illuminazione della festa per le strade del centro e sotto quelle luminarie e tra i fumi del torrone la prima cittadina ha trovato anche un momento per richiamare l’attenzione sul Medioriente dove il popolo palestinese conta sempre più morti. Apice della festa, almeno dal punto di vista economico considerato l’investimento da oltre trentamila euro sostenuto dal comune, il concerto della band di Paolo Belli. Cui aggiungere il costo, di poco inferiore, per la tecnica (audio, palchi, luci e sicurezza) per i diversi spettacoli tenuti in piazza Catuma tra cui quello del mitico duo della comicità pugliese Toti e Tata su cui non sono mancate le polemiche per l’accaparramento dei posti a sedere. Molto apprezzato invece il servizio navetta offerto a chi dal centro o dalla periferia avesse voluto raggiungere i luoghi delle giostre, una nota particolarmente positiva in una città che fa largo uso dell’automobile e ha un piano del traffico pensato male e realizzato peggio.