La storia e le storie dell’Opera Bonomo un luogo ora totalmente abbandonato dalla Provincia BAT ma che è nato negli anni ’50 dello scorso secolo per offrire cura, ospitalità e formazione ai più fragili. Un volume per ricordare esattamente questo e per lanciare un monito affinchè quella fatta di belle storie e trasformatasi in una brutta storia possa trovare finalmente l’interesse della politica.
Stamane a Palazzo di Città ad Andria la consegna della prima copia del volumetto da parte di Riccardo e Lorenzo Bonomo diretti discendenti di Franco e Vincenzo che curarono più da vicino l’avvio di una opera, per conto dell’intera famiglia, che supportasse nel dopo guerra i bambini bisognosi e malati. Un vero e proprio reparto di pediatria che nacque ad Andria da una tragedia vissuta dalla famiglia Bonomo anni addietro. Un’opera di servizio all’avanguardia che ben presto completò il progetto con la costruzione dell’attuale sede dell’Ospedale intitolato proprio a “Lorenzo Bonomo” padre dei capostipiti di questa iniziativa. Nel 1957, poi, altro lutto importante in famiglia e nuova opera al servizio dei più fragili tutta realizzata con risorse proprie. Un complesso alle pendici di Castel del Monte da destinare a ragazze sane ma orfane o con condizioni importanti di disagio economico per formarle e dargli un futuro grazie ad una istruzione tecnica. Un progetto rivelatosi importante per circa 20 anni quando nel 1978 quasi l’intera opera passò dalla proprietà della Fondazione Bonomo alla Provincia di Bari. Il tentativo del Centro Ricerche Bonomo è naufragato dopo pochi anni ed il risultato finale, con il passaggio alla BAT nel 2009 e dopo quasi 50 anni da quella donazione, è un completo abbandono con il taglio di elettricità e vigilanza che oggi consente a chiunque di introdursi e vandalizzare una struttura che dovrebbe esser invece un fiore all’occhiello per il territorio.
Il testo a disposizione della comunità e completamente gratuito è accompagnato anche da un podcast dove sono raccontate proprio le storie di chi è tornato a nuova vita grazie proprio a quella opera. Oggi però di quella meraviglia di bontà e generosità resta davvero ben poco. La proprietà non è comunale ma il Sindaco Giovanna Bruno promette un interessamento più strutturato su di una struttura che rappresenta un unicum alle pendici del monumento Unesco di Castel del Monte.
Il servizio di News24.City.