La validazione da parte della Regione Puglia del piano clinico gestionale ha dato impulso, finalmente, all’iter per la realizzazione del nuovo “policlinico” della BAT che sorgerà alla periferia di Andria in contrada Macchia di Rose su una superfice di circa 60mila metri quadri. Ieri la Direzione Generale dell’ASL BT con in testa Tiziana Dimatteo, ha incontrato i progettisti vincitori del bando e già al lavoro ormai tre anni fa per la progettazione preliminare della struttura. La presentazione, è bene ricordarlo, avvenne alla presenza del presidente della Regione Michele Emiliano, da poco rieletto, a luglio del 2021 in una manifestazione particolarmente partecipata a Castel del Monte.

Il nuovo piano clinico gestionale è stato sottoposto dunque ai progettisti che devono anche recepire i circa 200 rilievi non ancora risolti che ASSET, l’agenzia strategia regionale, ha posto affinchè si realizzi l’opera. Ora la palla, però, è tutta tra ASL e progettisti che dovranno revisionare il progetto preliminare che dovrà poi essere approvato definitivamente dalla ASL, stazione appaltante prima di arrivare ai vincoli sui terreni da parte del Comune di Andria ed al bando vero e proprio per la realizzazione dell’opera. Nel frattempo bisognerà anche chiudere il nuovo accordo di programma tra ministero e regione con la nuova dotazione finanziaria necessaria da oltre 200 milioni di euro.

Ora però la partita si sposta sui tempi: dovrebbero essere piuttosto celeri quelli tra ASL e progettisti che si riaggiorneranno per ulteriori incontri già nei prossimi giorni. Poi ci sarà anche un incontro della cabina di regia regionale in cui saranno valutati gli altri aspetti del progetto come gli accessi al nuovo nosocomio. Alla finestra c’è la politica con Azione che ha rilanciato dei dubbi sulla complessità del piano clinico gestionale e la possibilità che successivamente venga bocciato dal ministero e con il comitato per la realizzazione del nuovo nosocomio che ha ribadito a chiare lettere che il nascente presidio servirà l’intera provincia ed è assurdo ragionare ancora in termini campanilistici. Staremo a vedere se il lungo iter, fermo per tre anni, ha davvero ripreso smalto e vigore.