Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del Partito Democratico in merito al nuovo ospedale di Andria (segretario regionale del PD Domenico De Santis e i parlamentari Francesco Boccia, Marco Lacarra, Ubaldo Pagano e Claudio Stefanazzi)
«Ancora una volta il gruppo consiliare di FdI prende fischi per fiaschi: quella che viene definita revoca di un finanziamento da 318 milioni di euro per la realizzazione dei nuovi ospedali di Maglie-Melpignano e Andria e per la ristrutturazione di parte del Policlinico di Foggia, è solo un atto dovuto già previsto dalle regole fissate negli Accordi 2002 e 2008 con il Ministero della Salute. Contrariamente rispetto a quanto dichiarato dai consiglieri meloniani, le risorse finanziarie stanziate per la Regione Puglia non sono mai state messe in discussione, ma restano nella disponibilità della Regione Puglia in quanto già stanziate con leggi di bilancio. Dovrebbe essere noto a tutti che l’accordo concepito nel 2019 e firmato nel 2020 è purtroppo obsoleto nella parte che riguarda il quadro economico, dato che la pandemia Covid, l’aumento delle materie prime e l’aumento dei prezzi dei carburanti condizionano fortemente le voci di spesa e quindi necessita di essere aggiornato con un ulteriore finanziamento che è già stato discusso e approvato.
Argomenti come la salute, che incide sulla vita dei cittadini in maniera tanto profonda, dovrebbero essere esclusi da una dialettica politica tesa solo a creare allarmismi, ma diventare piano di mobilitazione comune per ottenere sempre più risorse. Saremmo felici se i consiglieri di FdI fossero accanto a noi nelle battaglie sulla sanità, a cominciare dalla ripartizione dei FSC fino al superamento dell’odiosa metodologia di ripartizione del Fondo sanitario nazionale, basata sulla spesa storica, che penalizza le regioni del Sud e che nessuno dell’attuale Governo, del quale il partito dei consiglieri è maggioranza relativa, sembra voler cambiare. Purtroppo i 3,8 miliardi di euro tolti al Fondo per il recupero infrastrutturale nel Sud sono veri e definitivi. Ma su quelli nessuno del Cdx dice nulla».