«Nuovo ospedale di Andria di secondo livello da 400 posti letto con polo universitario in Contrada Macchia di Rose. Era ormai più di un anno che andavamo dicendo che non ci quadrava il fatto che di questa opera si parlava tanto, ma non si vedeva neanche l’ombra di un mattone». Lo scrive in una nota l’associazione “Schierarsi”, piazza di Andria.

«A parte i soliti tre consiglieri comunali andriesi di buona volontà, la politica era incredibilmente muta, con le tre donne della politica andriese, parlamentare, consigliere regionale e sindaco, tristemente assenti da questa partita importantissima per la nostra città.

Ora se ne sono accorti tutti! Finalmente, e quindi? Ci si può accontentare di risposte del tipo “abbiamo bisogno di quasi un altro anno poiché c’è qualche carta che deve passare da una scrivania ad un’altra”?

Al di là degli inconcludenti tecnicismi che continuano a propinarci nei vari incontri che hanno fatto e fanno, quando li fanno se non li rinviano, riportiamo la nostra interpretazione della situazione ad oggi:

–          Il nuovo ospedale si farà, non ad Andria ma a Barletta.

–          L’ospedale Bonomo, a piccoli pezzi, sarà trasferito negli ospedali di Barletta e Bisceglie.

E agli andriesi cosa potrebbe rimanere? Forse, pur se a 50 chilometri di distanza, un bel deposito di scorie nucleari.

Che è quello che ci meritiamo, se alle prossime elezioni non andremo a rinnovare completamente la classe politica della nostra città. Proprio prendendo ad esempio gli unici tre consiglieri comunali che, forse poiché lontani dai soliti equilibri politici, hanno proposto le dimissioni di tutti, loro compresi, per dare un forte segnale di fronte a questo vergognoso modo di trattare la città di Andria, dobbiamo scegliere la futura classe politica locale a tutti i livelli prendendo atto, per chi di noi ha creduto alle figure attuali, che purtroppo ci siamo sbagliati.

La questione di fondo, che è ancora più grande del nuovo ospedale di Andria, è che migliaia di giovani andriesi stanno andando via per non tornare mai più. E con loro se ne va il futuro della nostra città, ma poiché qui non ci sono prospettive.  E’ ovvio che il nuovo ospedale non è, da solo, la risposta a questa emorragia di giovani, però è sicuramente una delle opere che, se realizzata, può contribuire a frenare in futuro qualche partenza e ad incentivare qualche ritorno. Ecco perché quando si prospettano per la nostra città occasioni come quelle di un nuovo ospedale, definito addirittura “un piccolo policlinico”, che creano un importante indotto, tutta la politica locale deve battersi in tutti i modi e senza sosta, anche mettendo sul tavolo le proprie dimissioni e rischiando il proprio futuro politico. Possibile che di questo terribile danno per il futuro della nostra città se ne siano accorti, oltre a noi, solo i consiglieri comunali Civita, Faraone e Di Pilato?».