Ore 11.06, chilometro 51 della tratta ferroviaria Andria-Corato. Qui, 7 anni fa, il tempo si è fermato consegnando alla storia una delle tragedie più importanti del territorio. 23 i morti, tra passeggeri e dipendenti dei due convogli di Ferrotramviaria che si scontrarono drammaticamente. 51 i feriti, alcuni dei quali anche molto gravi. Quell’istante di tempo è stato commemorato sul luogo dell’impatto dai famigliari delle vittime. Un silenzio interrotto solo dal canto delle cicale, rimasto lo stesso di 7 anni fa, insieme al caldo torrido, dopo il tremendo boato.

Il giorno prima, invece, l’associazione dei parenti delle vittime (l’ASTIP) ha apposto uno striscione dal contenuto durissimo: “Uccisi due volte. 12 luglio 2016 Ferrotramviaria, 15 giugno 2023 giustizia italiana”, con riferimento alla sentenza di primo grado del processo sulla strage, pronunciata circa un mese fa da Tribunale di Trani. Condannati il capostazione allora in servizio ad Andria, Vito Piccarreta (6 anni e 6 mesi), e Nicola Lorizzo, capotreno del convoglio partito dalla città federiciana e diretto a Corato (7 anni). Assolti gli altri imputati, tra cui i vertici di Ferrotramviara, la società di trasporti ferroviaria che gestisce la tratta, ritenuta solo responsabile civile. Per i parenti delle vittime un dolore straziante che torna dopo 7 anni, di cui 4 vissuti nelle aule del tribunale.

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