Cosa fare del progetto della nuova bretella della tangenziale di Andria? E’ stato il tema di una partecipata conferenza dei capigruppo svoltasi nella giornata di ieri alla presenza anche del Sindaco Giovanna Bruno. Sul tavolo c’è una matassa ormai ingarbugliata da sbrogliare e per cui i margini di manovra appaiono abbastanza ridotti. Si è discusso innanzitutto della sentenza del Consiglio di Stato che ha, difatto, esautorato l’assise comunale sul delicato tema dell’urbanistica annullando ad aprile scorso lo stop alla variante per la realizzazione dell’opera. Una nuova strada da realizzare nel cuore degli uliveti andriesi e per un progetto finanziato nel 2011 per circa 27 milioni di euro di fondi CIPE affidati alla Regione Puglia. Un progetto che ha fatto tutti i passaggi burocratici sino all’affidamento dei lavori prima che il consiglio comunale andriese, alcuni anni fa, si rendesse conto che l’opera era completamente inutile o comunque dannosa per una importante fetta di territorio agricolo. Ma lo stop del consiglio comunale arrivato ufficialmente nel 2021 con la non approvazione della variante urbanistica ha permesso ad azienda appaltatrice e provincia BAT di arrivare sino al Consiglio di Stato che ha confermato la sentenza del TAR rilanciando, difatto, il via libera all’opera.

Durante la riunione tanti sono stati gli interventi, sia delle opposizioni che della maggioranza, con alcune certezze su cui bisogna lavorare per trovare una soluzione: in primis i soldi per l’opera, i 27 milioni di euro, sono ancora nella disponibilità della Regione Puglia anche se sono totalmente insufficienti sia per realizzare l’opera prevista della nuova bretella che per sistemare completamente l’attuale tracciato della SP2 disastrato. Nel primo caso ASSET, l’agenzia strategica della Regione Puglia, ha calcolato che l’opera avrebbe un costo ormai lievitato sino a quasi 100 milioni di euro. Simile se non maggiore il costo per raddoppiare l’attuale tracciato. Altra certezza è che l’ente potrebbe andare incontro ad un risarcimento danni in caso di mancata riapprovazione della delibera in consiglio comunale. Ed è proprio su questo che si è concentrata poi la discussione tra i capigruppo: approvare una nuova delibera oppure attendere l’eventuale nomina di un commissario ad acta oppure provare a capire se c’è la possibilità di spostare quelle risorse per modificare l’opera e renderla magari al servizio del nuovo ospedale provando a sistemare al meglio l’attuale tracciato. Come ricordato anche dalla consigliera comunale Donatella Fracchiolla tecnicamente i fondi CIPE per opere infrastrutturali strategiche potrebbero essere riesaminati e quindi assegnati ad una nuova progettualità. Al momento però non c’è una decisione condivisa e la stessa riunione dei capigruppo è stata riaggiornata. Perdere i 27 milioni di euro ed esporsi comunque a contenziosi con l’azienda appaltatrice è un rischio probabilmente da scongiurare. Provare invece a finalizzare diversamente l’appalto con un progetto aggiornato potrebbe essere la via giusta da perseguire.