Prosegue, nell’aula bunker del carcere di Trani, il processo per il disastro ferroviario del 12 luglio 2016, avvenuto lungo la tratta Bari nord, gestita da Ferrotramviaria, fra Andria e Corato, nel quale persero la vita 23 persone e altre 51 rimasero ferite. In questa fase vengono ascoltate le difese degli imputati, accusati a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e falso, per i quali l’accusa ha già chiesto (il 27 ottobre 2022) 15 condanne a pene comprese fra i 12 anni e i 6 anni di reclusione, più una assoluzione. Per Ferrotramviaria è stata chiesta la sanzione amministrativa di 1,1 milioni, oltre alla revoca delle autorizzazioni, licenze e concessioni per l’esercizio dell’attività (fra cui il certificato per la sicurezza) per un anno e la confisca di 664.000 euro, somma che – secondo l’accusa – la società avrebbe dovuto investire per mettere in sicurezza la tratta con la realizzazione e l’uso del blocco conta assi.

Oggi è toccato alle difese di Enrico Maria Pasquini, ai vertici di Ferrotramviaria fino al 2013, rappresentato dall’avvocato Leonardo Iannone, e di Alessandro De Paola, direttore Ustif Puglia (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi), fino al 2015, rappresentato dall’avvocato Vincenzo De Michele. Per l’ex vertice di Ferrotramviaria l’accusa chiede la pena di 12 anni di reclusione per il mancato ammodernamento di quel binario unico, lungo il quale si è verificato lo scontro dei treni, all’origine del disastro e, di conseguenza, delle morti e dei ferimenti di quel 12 luglio 2016. All’ex direttore di Ustif Puglia, De Paola, invece, per il quale l’accusa ha chiesto sei anni di reclusione, è contestato di non avere posto in essere controlli che avrebbero potuto rendere meno probabile, se non scongiurare, quel disastro. Secondo la difesa si tratterebbe di interventi che all’epoca dei fatti erano previsti sulla rete ferroviaria nazionale e non su tutte le altre, per le quali l’obbligo di legge sarebbe subentrato a partire dal 2016. Nell’udienza di oggi era previsto che intervenisse anche la difesa di Pietro Marturano, dirigente Ustif dopo De Paola, ma per impedimento della difesa stessa è slittata alle prossime udienze già fissate per il 12 e 13 aprile prossimi.