Alcune riflessioni del Rettore del Seminario dopo gli ultimi atti di vandalismo nei confronti del Seminario e della Biblioteca:

«Anno nuovo, vita vecchia! Purtroppo per quel che riguarda la situazione di Largo Seminario, la proverbiale espressione “anno nuovo, vita nuova” non si addice, visto l’ennesimo episodio di vandalismo al quale siamo andati incontro. Ieri mattina, 4 gennaio, mi sono apprestato con guanti, scopa e paletta a ripulire nel migliore dei modi l’ingresso della Chiesa del Carmine e del Seminario, visto che da giorni Largo Seminario, che è una strada comunale, non viene ripulita. Un gesto da parte mia di rispetto del luogo ma soprattutto delle persone che frequentano la chiesa per le celebrazioni e per l’utenza della Biblioteca diocesana che ha il suo ingresso qualche metro più in là.

Nel mentre ripulivamo io e una bibliotecaria gli spazi suddetti, abbiamo dovuto ricevere da parte di un gruppo di ragazzini insulti e bestemmie irripetibili, oltre ad essere ostacolati in quello che stavamo facendo. Il meglio o il peggio doveva ancora arrivare però: dopo solo pochi minuti dalla conclusione della pulizia ci ritroviamo il portone nuovamente sporco di ogni rifiuto e bagnato anche da urina, quasi a “vendicare” da parte loro il nostro gesto di civiltà.

Purtroppo questo è solo l’ultimo degli innumerevoli atti di vandalismo e di inciviltà ai quali assistiamo e che suscitano una serie di riflessioni. Largo Seminario è terra di nessuno? Perché siamo costretti ad assistere a una continua deturpazione di un angolo bellissimo della città di Andria impreziosito negli ultimi mesi anche dall’illuminazione del campanile della chiesa del Carmine? Perché questa strada deve essere sempre piena di rifiuti che rimangono lì per giorni? Perché gli utenti della Biblioteca diocesana devono attraversare tutta questa bruttezza?

I comportamenti incivili dei gruppi di ragazzini che abitualmente frequentano quello spazio poi suscitano ulteriori riflessioni e domande perché siamo dinanzi ad una vera e propria emergenza educativa. Perché gli operatori della Biblioteca devono temere per la loro incolumità? Perché il Seminario deve rinunciare a un suo ingresso perché troppo pericoloso per far passare i seminaristi? Tante volte ci viene detto di denunciare alle forze dell’ordine, e le denunce in questi anni sono state fatte corredate anche dai filmati delle telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso, tra gli altri, una serie di episodi che hanno procurato danni ingenti anche dal punto di vista economico.

Denunce e telecamere, eventualmente anche da aumentare nel numero, potranno risolvere il problema? Sono sicuro di no, forse lo sposterebbe solo qualche metro più in là. Quello che avviene sotto i nostri occhi è un appello al nostro essere cittadini e al ruolo educativo che ciascuno di noi in maniera diversa riveste. Gli atti vandalici su Largo Seminario sono sicuramente un richiamo per le istituzioni, ma tutti noi in quanto cittadini dobbiamo essere toccati, ciascuno deve domandarsi qual è la propria responsabilità. Don Lorenzo Milani educava i suoi ragazzi nella scuola di Barbiana alla logica dell’ I CARE (mi interessa, mi sta a cuore) nei confronti della società. E a noi, sta a cuore lo spazio pubblico? Sentiamo che abbiamo una responsabilità collettiva? Sono domande che mi pongo costantemente e alle quali non ho una risposta, forse perché la risposta può essere figlia solo di una presa di coscienza collettiva. Sicuramente la tenacia dell’opera culturale della Biblioteca diocesana è un segno di civiltà e di cura educativa, ma tutti, istituzioni e semplici cittadini, dovremmo chiederci cosa possiamo fare per servire la nostra Città».