Un pensiero a chi ha perso un proprio caro. Piccolo o grande, sano o malato, all’improvviso o dopo un’agonia, in guerra o in pace. La morte, quando arriva, spazza via tutto.
Non conosce sesso o religione. Nè etnia, nè ragione sociale.
Arriva e cancella storie, radici, legami. Chi resta soffre, perdutamente soffre. Ma la vita lo spinge avanti, sempre avanti. Perché la morte ha un suo rovescio: è la vita che irrompe.
Ha una sua ultima parola: vita.
Un pensiero a chi non c’è più, solo nel corpo. Ma continua a vivere in chi resta, in chi sa amare. In questo ciclo continuo e misterioso e meraviglioso, che è l’esistenza umana.