Il Pescara vince all’Adriatico per 3 a 0 contro una Fidelis volenterosa, almeno in avvio, ma troppo fragile sia in fase difensiva che in fase offensiva. Sette gol subiti in due gare che si aggiungono ai 10 subiti negli altri match per diventare la peggiore difesa del campionato e con il divieto assoluto di guardare la classifica visti i successi delle altre in basso. I gol subiti e soprattutto l’ingenuità nei gol subiti sono il primo argomento su cui discutere in vista di altri due match in una settimana con squadre più in basso in classifica come Messina e Foggia. Palla quasi sempre nei piedi della Fidelis, almeno nella prima frazione, ma a segnare è sempre il Pescara nelle tre occasioni costruite. Si torna all’antico per Cudini con il 4-3-3 e l’inserimento di Djibril al fianco di Pavone e Sipos. Panchina per Urso mentre a centrocampo torna Paolini titolare uno dei più positivi e propositivi dei suoi. Di contro l’ex Monopoli Colombo sceglie il 4-3-2-1 con Delle Monache e Cuppone alle spalle di Lescano. Parte ancora bene la squadra ospite con Arrigoni a dettare i tempi di gioco ed a provare a far male con un tiro violento dai 25 metri che finisce di un soffio sul fondo. Ma l’ottima partenza Fidelis si scioglie, come accaduto con il Catanzaro, alla prima occasione da gol costruita dai padroni di casa: Cuppone parte in posizione regolare su una palla persa a metà campo dai biancazzurri e l’errata applicazione del fuorigioco da parte di Milillo, Zamarion prova a bloccare il numero 27 che vince il rimpallo e calcia a porta vuota. La rete di casa non muta in realtà l’andamento del match ed anzi la squadra di Cudini continua a manovrare con continuità anche se con molta sterilità in fase offensiva. Ci prova Milillo di testa all’alba della mezz’ora, palla sul fondo. Ma alla seconda azione manovrata di casa arriva il raddoppio su una azione però molto discussa: Delle Monache sfrutta un buco di Milillo e si ritrova a tu per tu con Zamarion in uscita, tocco sotto che finisce sul fondo ma per il direttore di gara, dopo qualche secondo di incertezza, è calcio di rigore per il presunto contatto tra l’estremo difensore ospite e l’attaccante di casa. Tante proteste e giallo a Zamarion. Dal dischetto però è glaciale Lescano che spiazza il numero 12 andriese. C’è comunque la reazione Fidelis con Candellori che tocca alto da buona posizione di testa su assist di Hadziosmanovic. Ma in pieno recupero arriva anche il tris di casa, segno della grande fragilità in fase difensiva ed in un momento in cui si attendeva solo il duplice fischio finale. Un cross profondo di Cancellotti trova il nuovo buco di Milillo e Lescano tutto solo a porta vuota sigla il tris e chiude difatto il match già nel primo tempo. Quinta marcatura in otto giornate per l’attaccante abruzzese. Nessun cambio per Cudini nella ripresa che sposta solo Djibril a destra. La Fidelis ci prova con la qualità di Arrigoni bravo a liberarsi dai 20 metri ed a calciare con Plizzari a bloccare tutto in due tempi. Ma è davvero troppo poco per impensierire i padroni di casa. Girandola di cambi per le due squadre con Bolsius ed Orfei per dare più solidità in attacco mentre Vergari dall’altro lato al posto di Lescano. Ed è proprio lui ad avere, dopo neanche un minuto dal suo ingresso in campo, al 20’ l’opportunità buona per il poker: scatto in profondità a tu per tu con Zamarion che è bravissimo in uscita pulita sull’attaccante neo entrato. La gara no di Milillo è tutta nell’occasione che si costruisce Cuppone bravo a sorprendere facilmente il difensore ospite ma il suo tiro appena in area è incredibilmente sul fondo. Gara che abbassa drasticamente i ritmi anche se ci prova Candellori con un tiro di controbalzo che finisce alto di poco. Un match noioso e con pochi squilli, tutti di marca Pescara, manda in archivio anche l’undicesimo confronto in terra abruzzese tra le due squadre con il nono successo di casa e mai il segno X. Per la Fidelis è però non c’è tempo di ragionare sugli errori in vista della sfida di martedì contro il Messina in uno scontro fondamentale per non perdere il treno delle contendenti alla salvezza che comincia ad allungarsi sempre più e rischia di pesare enormemente sulla testa e sulle gambe della fin qui fragile squadra di Cudini.