Avrebbero alimentato l’azienda connettendosi alla linea elettrica pubblica. È quanto avrebbe messo in atto una azienda del settore caseario ad Andria. Per questo i titolari di un rinomato caseificio andriese saranno chiamati a rispondere di truffa. Situazione che potrebbe avere l’ulteriore peso dell’aggravante di allaccio abusivo e/o manomissione di contatore se le verifiche effettuate con il supporto della forza pubblica saranno confermate nel giudizio penale che si aprirà. Ciò che per ora grava sull’azienda è il completo distacco dalla rete elettrica che impone l’utilizzo di generatori per far andare avanti l’attività oltre ad una multa che si aggirerebbe sui 500mila euro, ossia una cifra corrispondente al risparmio realizzato nel periodo preso in esame. L’improvvisa diminuzione dei consumi avrebbe fatto scattare l’allarme dei software utilizzati dalle aziende di fornitura di elettricità e di lì a poco i controlli che hanno accertato il furto di energia elettrica: un reato che è punito con la reclusione da un minimo di due e fino a sei anni oltre ad una serie di risarcimenti che porteranno il conto a cifre esorbitanti. Certamente maggiori rispetto al risparmio conseguito in pochi mesi pur durante i quali il costo delle bollette è salito enormemente mettendo in difficoltà la maggior parte delle aziende e non solo italiane. Niente che però possa giustificare il fatto non solo di aver rubato energia elettrica ma di averlo fatto a discapito della collettività.