Dopo vent’anni Andria perde il suo posto nell’Autorità Idrica Pugliese. Nell’ente tecnico regionale la città federiciana non sarà più rappresentata cosa avvenuta da quando esiste: è quanto emerge all’esito delle elezioni del consiglio direttivo tenutesi il 9 marzo nella sala consiliare del comune di Bari dove erano convocati tutti i sindaci pugliesi per il rinnovo dell’organo che ha funzioni di primaria importanza anche se è sconosciuto alla maggioranza dei cittadini: è una sorta di consiglio di amministrazione dell’autorità che finanzia gli interventi che poi vengono realizzati dall’Acquedotto Pugliese, determina la tariffa dell’acqua, si occupa di depurazione, svolge attività di controllo su AqP e in particolare approva i suoi piani delle opere. Ma fa anche di più: affida il servizio idrico integrato che è restato in capo all’acquedotto pugliese grazie ad una proroga decisa dal Governo che ha così ancora tergiversato sull’indizione di una gara europea per la gestione che doveva tenersi già nel 2018. Inoltre l’AIP ha redatto il piano d’ambito per il servizio idrico integrato che ha orizzonte al 2045 con una dotazione finanziaria di circa 7 miliardi di euro oltre alla gestione dei fondi PNRR. Pur restando sconosciuta ai cittadini è l’autorità che ha deciso che i contatori dell’acqua non saranno più unici nei condomini ma singoli, uno per ogni unità. Il rinnovo del consiglio ha visto eletti Antonio Matarrelli, Sindaco di Mesagne, Luca Lopomo, sindaco di Crispiano; Michele Merla, sindaco di San Marco in Lamis; Gianluca Burchio, sindaco di Cellamare e Lalla Mancini, sindaco di Minervino Murge. Questa mattina nel corso della prima riunione Toni Matarrelli è stato confermato presidente. Il ruolo all’interno dell’autorità idrica non è solo molto importante perché incide fattivamente sulla vita dei cittadini ma è molto ambito perché può rappresentare un trampolino di lancio nella politica. E visto che la partita si giocava tra la Regione presieduta da Michele Emiliano e l’ANCI presieduta da Antonio Decaro il nome di Giovanna Bruno era dato dentro: la sindaca ha ricoperto tale ruolo ereditandolo dal commissario straordinario Tufariello e in precedenza hanno occupato quella poltrona anche i sindaci di Andria Giorgino, Zaccaro e Caldarone. Giovanna Bruno è stata di fatto silurata dalla sua stessa parte politica che ha trovato nella nuova linea che prevede di dare spazio ai comuni più piccoli l’occasione per cedere il passo alla sindaca di Minervino Murge Lalla Mancini, in buoni rapporti con il consigliere regionale Ventola. Un fatto che potrebbe incidere sugli equilibri interni al centrosinistra andriese ma anche provinciale, con l’elezione prevista tra un anno del nuovo presidente della BAT e all’interno del Partito Democratico in vista dei congressi cittadini, provinciali e regionali.