L’arringa difensiva ha chiuso l’udienza di questa mattina, nelle aule del Tribunale di Trani, del processo sulla morte di Gianni Di Vito avvenuta il 19 settembre del 2019 ad Andria dopo una lite stradale per una mancata precedenza. Unico imputato nel processo è l’andriese Celestino Troia attualmente ai domiciliari e presente questa mattina in aula. La camera di consiglio è stata fissata per il 15 ottobre prossimo. C’è attesa per la sentenza di primo grado con gli avvocati difensori che hanno concluso chiedendo ai giudici il riconoscimento dell’omicidio colposo con attenuante della legittima difesa. La richiesta del pm Lucio Vaira, invece, il 9 luglio scorso è stata di omicidio volontario con dolo eventuale senza aggravanti e cioè 14 anni ed un mese di reclusione. Gli avvocati dell’accusa, Stella e Merafina in rappresentanza dei familiari, hanno chiesto stamane anche l’aggravante dell’omicidio volontario con i futili motivi.

Diversi ancora gli aspetti processuali su cui dovrà basare la sua decisione ora la corte dopo il completamento del dibattimento. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, infatti, quella sera del 19 settembre 2019, i due si sarebbero affrontati prima verbalmente rimanendo a bordo delle rispettive auto nei pressi della rotonda di via Corato e successivamente ci sarebbe poi stato lo scontro fisico e l’utilizzo del coltello, un’arma bianca mai rinvenuta ma in possesso di Troia, che ferì mortalmente al cuore Gianni Di Vito. Inutile fu anche la corsa in ospedale poiché l’allora 28enne morì dopo poche ore al “Bonomo”.