Un coro piuttosto unanime di no quello che è scaturito dopo la condivisione con le istituzioni scolastiche e con i sindacati da parte del Comune di Andria della proposta relativa al nuovo piano di dimensionamento per l’anno 2022/23. Un documento che dovrà essere inviato in Regione entro il 5 agosto e che contiene importanti novità per la città. Si andrebbe verso gli otto istituti comprensivi, completando in sostanza un percorso di verticalizzazione iniziato ad Andria già diverso tempo fa con un unico circolo didattico ancora in piedi e cioè quello della “Rosmini”. Nove autonomie scolastiche rispetto alle dieci attuali.

Una proposta che però non ha trovato un accordo unanime tra Dirigenti Scolastici e parti sindacali ed allora potrebbe esser tutto spostato a settembre poiché entro la fine del prossimo mese gli istituti potranno far pervenire nuove eventuali proposte. Sarà poi possibile sintetizzare il tutto in un ulteriore documento che poi comunque l’ente regionale dovrà valutare. Altra criticità emersa, secondo una nota della Regione Puglia inviata al Comune di Andria, è stata quella del sovradimensionamento di una istituzione scolastica come quella della “Verdi-Cafaro” che conta, al momento, oltre 1400 iscritti. Potrebbe, dunque, esser rivista la presenza del plesso di scuola dell’infanzia di via Bisceglie che passerebbe al nuovo istituto comprensivo da formarsi e cioè quello “Cotugno-Dante Alighieri”.

Altra importante novità sarebbe l’accorpamento in istituto comprensivo di due scuole tra le più storiche della città e cioè la primaria “Oberdan” con al secondaria “Vittorio Emanuele III” sino alla secondaria “Vaccina” accorpata con la primaria “Giovanni Paolo II”. Novità importanti per la stagione 2022-2023 che però dovranno superare il vaglio della Regione Puglia in attesa di altre proposte da parte dei consigli di circolo delle singole scuole che ora si riuniranno per discutere sull’argomento. Sullo sfondo c’è, invece, la richiesta di maggiore partecipazione soprattutto delle sigle sindacali all’amministrazione comunale per una scelta che modificherà in modo sostanziale anche i livelli occupazionali. Con meno autonomie scolastiche vi saranno meno collaboratori con un taglio giudicato, al momento, non sostenibile dalle parti sindacali come UIL, CGIL e CISL.