Dopo la richiesta dell’accusa, una pena di 14 anni di reclusione per Celestino Troia, unico imputato nel processo sulla morte di Gianni Di Vito avvenuta il 19 settembre del 2019 ad Andria dopo una lite stradale per una mancata precedenza, a parlare è Manu la moglie vedova di Di Vito.

«Un’altra udienza è andata, ore interminabili, ed ogni volta è sempre più difficile. Soprattutto perché in quell’aula tutte le emozioni le devi reprimere e devi cercare di essere il più lucida possibile, devi mantenere la calma mentre guardi chi ha ucciso tuo marito, tuo figlio, tuo padre, il tuo migliore amico, tuo fratello e non accenna nemmeno delle scuse anzi tutt’altro. La richiesta di pena è di 14 anni, 14 anni che con il bel sistema italiano diventeranno meno e nel frattempo c’è chi l’ergastolo lo ha già avuto. Non ho nulla da ridire sul lavoro del dott. Vaira, lo ha svolto egregiamente, si è attenuto ai codici di un sistema che incita alla violenza purtroppo. Io però ci credo ancora, so che qualcuno ci ascolterà. Non vogliamo vendetta, non servirà a riportare indietro mio marito, chiediamo una pena giusta, chiediamo che non passi il messaggio che se uccidi un uomo prendi meno anni di Fabrizio Corona. Voglio poter dire a mio figlio che il suo papà ha avuto la giustizia che merita».