«Andria sta attraversando un periodo difficile della sua storia, saremmo in malafede nel non ammetterlo -commenta Andrea Di Matteo, esponente di Gn Andria, a nome di tutti i componenti del gruppo.

Una fase di stallo, dopo anni di rinascita socio-culturale, di protagonismo giovanile, anche grazie alle inaugurazioni di strutture disponibili e polifunzionali come l’Officina San Domenico e la Biblioteca Comunale. Poi il commissariamento, l’assenza di relazioni con le istituzioni. E la pandemia, a dare il colpo di grazia ad una situazione già delicata.
In tutto questo periodo, però, mai (e sottolineiamo mai!) è venuta a mancare l’intraprendenza, lo spirito di iniziativa, la partecipazione attiva alle dinamiche della città da parte di associazioni, circoli, forum, club, movimenti politici giovanili (come il nostro), progetti socio-culturali, editoriali etc. Solo negli ultimi mesi, in città, ne sono nati tanti, ideati e sviluppati essenzialmente da ragazzi, volti a modificare radicalmente lo ​status quo.​E le dichiarazioni dell’assessore Di Leo, che di queste novità dovrebbe essere a conoscenza, sono sconcertanti, irrispettose. Chi fa associazionismo, in cuor suo, conosce a pieno lo spirito che caratterizza questo tipo di attività, libera, sentita, onesta, fiera, svincolata da interessi personali o di terzi.

Leggere frasi come “Andria è una città morta culturalmente”, è già di per sé un insulto a chi da anni si mette a servizio della comunità, nella sufficienza e nella indifferenza istituzionale. Apprendere che ad affermare ciò sia l’Assessore alle politiche giovanili, che quest’area dovrebbe conoscerla senza indugi, lascia tanto amaro in bocca.
Non era questa l’amministrazione “attenta alle parole”? Ne suggeriamo una: rispetto», conclude la nota.