L’emergenza pandemica da Covid-19 sta investendo vite, famiglie e persone in modo assolutamente trasversale. Ma chi sta soffrendo di più sono senza dubbio i più fragili. Per esempio le famiglie che vivono la disabilità. In pochi si sono posti il problema di affrontare le problematiche relative proprio a chi è più indifeso in una battaglia così complessa. E’ la storia, per esempio, di un disabile deceduto in completa solitudine il 22 novembre scorso dopo aver contratto il virus ed aver errato tra diverse strutture ospedialiere per circa un mese e mezzo sino alla morte. Ed è stato il Presidente dell’associazione famiglie disabili “Camminare Oltre le Nuvole”, Francesco Lorusso, a voler far conoscere la storia dell’omonimo ragazzo disabile deceduto nel reparto di pneumologia dell’ospedale di Bisceglie dopo diversi trasferimenti.

Una storia come tante in realtà. Nell’era del Covid ci si è spesso scordati dell’umanità e della vicinanza delle istituzioni per i soggetti più fragili. In realtà una nota specifica dell’Istituto Superiore di Sanità ha invitato le istituzioni ad esser particolarmente attenti nei confronti delle persone più fragili.

Le associazioni che si occupano di disabilità, come “Camminare Oltre le Nuvole”, vogliono proprio rimarcare la necessità di attenzione verso le categorie più fragili anche nel pieno dell’emergenza perché si rischia di creare danni sempre più permanenti. Danno per i più fragili come, per esempio, quello che sta interessando una struttura importante come l’Istituto “Quarto di Palo” di Andria ormai chiuso da circa un mese e che riaprirà subito dopo l’Epifania. Il Presidente Lorusso ha voluto ripercorrere quanto accaduto dal 4 dicembre con l’effettuazione di un centinaio di tamponi nella struttura.

Qui si sono accavallati i disguidi tecnici che hanno portato ad una risposta sui tamponi arrivata dopo alcuni giorni ma sostanzialmente persa per un problema tecnico. Le famiglie, precisano, chiedono attenzione e verifiche puntuali soprattutto su argomenti così importanti.