E’ ancora presto per dire cosa succederà nella provincia Bat durante le festività natalizie. La riunione in videoconferenza tra sindaci e Prefetto svoltasi questa mattina è stata quindi solo interlocutoria. Escluse fughe in avanti senza prima sapere quali saranno le decisioni del Governo nazionale, che ancora tardano ad arrivare. Diverse le soluzioni che il premier Conte e i suoi ministri stanno valutando in queste ore di concerto con il Comitato Tecnico Scientifico. L’ala più intransigente del Governo, guidata da Speranza e Boccia, chiede la zona rossa nei festivi e prefestivi, con la chiusura di negozi e ristoranti dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e all’Epifania. Nove giorni di lockdown in cui scongiurare gli assembramenti che si verificherebbero per cenoni e veglioni. L’altra ipotesi al vaglio di Conte è l’istituzione di una zona arancione nazionale. Una decisione definitiva è attesa entro le prossime 24 ore. Governatori regionali e sindaci attendono indicazioni da Roma prima di firmare nuove ordinanze restrittive.

La riunione tra sindaci e prefetto della Bat è servita se non altro a fare il punto della situazione sui contagi nelle dieci città del territorio. La pressione sugli ospedali è effettivamente diminuita, confermano da Prefettura e Asl, anche se i reparti delle strutture covid assistono ancora 276 persone ricoverate e il numero dei decessi non tende a diminuire. L’indice RT della Provincia è sceso a 0,77. Secondo i dati forniti dalla Prefettura è Barletta, ora, a guidare la classifica dei comuni con più contagi: sono 1246 le persone attualmente positive, di cui 67 ricoverate; seguono Andria, con 1163 positivi e 91 ricoverati, e Bisceglie con 835 casi ancora attivi e 24 assistiti in ospedale. Trani, dicono dal Comune, conta meno di 300 contagiati mentre nelle città più piccole i numeri non superano la soglia dei 100 positivi o lo fanno di poche decine di casi. I comuni con meno contagi sono Minervino con 35 e Spinazzola con 29. I sindaci riferiscono che i numeri sono in molti casi gonfiati, seppur di poco, e quindi puramente indicativi. Negli elenchi forniti dalla Prefettura e dalla Asl, infatti, sono inserite molte persone che nel frattempo si sono negativizzate.