Un dedalo di strade, luci spente, saracinesche abbassate. A dirci che è sabato sera c’è solo il calendario. Eppure le ore che hanno preceduto il coprifuoco sono state diverse, tanto da spingere il sindaco Cannito a manifestare la sua rabbia sui social, chiedendo più attenzione da parte dei genitori, vista la mole di giovanissimi ancora in giro alle 21, e parlando senza mezzi termini di situazione drammatica nell’ospedale Dimiccoli, dove 7 reparti sono stati di recente riconvertiti per la lotta al Covid.

Stessa ora, scene dal tenore simile ad Andria. A rompere il silenzio i motorini e le pedalate dei runner, impegnati a consegnare piatti pronti ai cittadini chiusi in casa. Gli stessi che con le loro ordinazioni tengono accese le luci delle cucine di alcuni ristoranti e pizzerie che hanno scelto di non fermarsi ed offrire un servizio nuovo. Qualche volante delle forze di Polizia gira per le vie deserte. Lì dove la movida toglieva il sonno ai residenti, i televisori accesi nelle abitazioni infrangono il silenzio del coprifuoco. Il nostro viaggio ci porta a Trani.

Via Lagalante, piazza Teatro, il porto. C’è il silenzio ad accomunare le zone del centro di Trani nel primo sabato sera in “zona arancione”. Mentre la Cattedrale e San Nicola fanno da custodi alla notte il cuore della movida tranese resta con le serrande abbassate e con vie e piazze deserte. Alle spalle c’è una settimana caratterizzata anche dalla scelta del sindaco Bottaro, alla pari di quanto accadrà ad Andria e a Bisceglie, di posticipare a giovedì 12 il possibile ritorno nelle aule scolastiche per permettere la sanificazione degli spazi.

A rompere il silenzio c’è la voce di un anonomio che urla dalle finestre della propria abitazione quello che è stato lo slogan del primo lockdown FACCIAMO SENTIRE “CE LA FAREMO”. Un pensiero masticato, tra la speranza e la voglia di esorcizzare la paura.

Il video completo a cura di Luca Guerra.