«Dalla mia postazione dell’Episcopio vedevo nella mattinata di domenica scorsa fiumi di gente, soprattutto giovani che passeggiavano, ammassandosi in gruppi abbastanza corposi, e tutti vicinissimi tra loro. Molti anche portavano la mascherina abbassata incuranti delle norme che a riguardo sono stringenti e severe. Mi chiedo: Che cosa deve succedere ancora per farci capire he stiamo rischiando grosso? Abbiamo deciso di autodistruggerci?».

«Non riesco a trovare le parole giuste per definire queste persone che si comportano così: incoscienti, stupidi, se non addirittura imbecilli…sì imbecilli, perché non si rendono conto che comportandosi con tanta superficialità mettono in essere circuiti di gravissimo pericolo per tutti. Poi quando succederà il peggio, e sta già succedendo, non avremo con chi prendercela perché è stata solo colpa nostra, della nostra stupidità condita di arroganza.
Possibile che non comprendiamo l’entità del pericolo? Ci rendiamo conto del fatto che abbiamo tra le mani il nostro destino e il nostro futuro? A chi crediamo di fare danno se non a noi stessi?

Lancio un forte appello a tutti e ciascuno: stiamo in casa, non usciamo. Qualche giorno di sacrificio è nell’interesse di tutti! Dopo sarà troppo tardi».