Con il 30% di pioggia in meno è allarme siccità, mentre solo negli invasi foggiani mancano all’appello 85 milioni di metri cubi di acqua rispetto al 20 agosto dell’anno scorso e le alte temperature favoriscono il propagarsi degli incendi. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia, a poche ore dall’ennesimo rogo che ha interessato le campagne tra Lequile e Gallipoli.

«E’ una strage che si ripete lasciando paesaggi lunari in Salento dove le fiamme si moltiplicano riducendo gli ulivi colpiti dall’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, con evidenti problemi di sicurezza – insiste Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia».

Per intervenire su un singolo albero andato a fuoco – aggiunge Coldiretti Puglia – servono circa 300 litri d’acqua e la vastità e numerosità degli incendi non è gestibile con gli scarsi mezzi ordinari che vigili del fuoco e protezione civile hanno a disposizione.

Sulla base dei dati Isac Cnr per i primi 7 mesi dell’anno, in relazione all’ultima ondata di caldo africano, la colonnina di mercurio è salita sopra i 40 gradi con ortaggi ustionati e la terra che si spacca per la calura. E mentre in Italia si accentua la tendenza al surriscaldamento con il 2020 che è stato fino adesso di oltre un grado (+1,01 gradi) l’anno più caldo della media storica, al quarto posto dal 1800, sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr.

Gli agricoltori – conclude la Coldiretti – chiedono interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per sottrarre le campagne all’abbandono.