In una rosa di sette Distretti del Cibo che hanno ottenuto un primo riconoscimento dalla Regione Puglia c’è il “Distretto del Cibo Alta Murgia”, promosso dall’Ente Parco per valorizzare i prodotti tipici del territorio, favorire una conversione alla produzione biologica e incentivare l’uso sostenibile delle risorse naturali, un Distretto cui hanno aderito 80 soggetti tra imprese agricole, associazioni di categoria e Comuni interessati, con una proposta progettuale che ha il suo ambito geografico di riferimento nel perimetro del Parco.

«È un primo traguardo di cui siamo fieri. Il Distretto del Cibo Alta Murgia nasce per valorizzare le tante realtà produttive locali e promuovere metodi di produzione tesi al recupero di sapori che si tramandano da generazioni, nel rispetto dell’ambiente – ha commentato Francesco Tarantini, presidente PNAM – È uno strumento per incentivare lo sviluppo economico in chiave sostenibile, per fare rete tra enti e associazioni pubbliche e private nella valorizzazione di tradizioni e tipicità che raccontano l’identità del nostro Parco».

I Distretti del Cibo sono previsti dalla legge regionale n. 23/2007 per promuovere – attraverso attività agricole e agroalimentari – forme di sviluppo locale, la crescita di imprese, l’innovazione e una migliore occupazione in settori diversi, dall’agricoltura ai servizi alle imprese.

La proposta di creare un Distretto del Cibo è stata formulata dal Parco Nazionale Alta Murgia in relazione al “Patto Ambientale” che indica al primo punto la promozione di una “Agro Ecologia e Distretto del Cibo per alimentarci in salute”, Patto sottoscritto a novembre 2018 tra le rappresentanze della Comunità del Parco ossia Regione Puglia, Provincia della BAT, Città Metropolitana di Bari e i 13 Comuni dell’area.

Seguirà questo primo riconoscimento l’elaborazione del “Programma di Sviluppo del Distretto”, documento che dovrà illustrare eccellenze ed eventuali criticità del Distretto, obiettivi generali e specifici di sviluppo, azioni da realizzare, piani finanziari e temporali di spesa, risorse necessarie e così via. Ogni Distretto è tenuto a presentarlo alla Regione Puglia entro i prossimi 3 anni per la definitiva approvazione dei “Distretti Produttivi del Cibo” che potranno, in tal modo, accedere alle misure finanziarie loro destinate.