Avevano deciso di recarsi in Spagna, precisamente a Valencia, per far visita al proprio figlio e alla nipotina e mai avrebbero immaginato che un viaggio di piacere si sarebbe trasformato in una vera e propria odissea a causa della pandemia da Coronavirus.

Gli andriesi Vincenzo e Agnese sono partiti con entusiasmo dall’aeroporto “Karol Wojtyla” di Bari lo scorso 6 marzo non rendendosi conto di quello che sarebbe accaduto da lì a poco in Italia. L’11 marzo il premier Conte indice il “lockdown” a causa dal già elevato numero di positivi al Covid-19 e tutti i voli da e per l’Italia vengono cancellati, compreso quello di ritorno dalla Spagna previsto per il 13 marzo.

I giorni scorrono inesorabilmente. Vincenzo e Agnese decidono di aspettare il momento giusto per poter tornare a casa, nel frattempo anche nella penisola iberica scoppia l’epidemia di Coronavirus in modo violento e incontrastato costringendo il governo spagnolo ad adottare misure molto stringenti. Cosi ad inizio aprile Vincenzo si rimbocca le maniche per trovare una soluzione e poter tornare il prima possibile in Italia.

«Dopo che ci hanno cancellato il volo del 13 marzo – ci dice Vincenzo – abbiamo iniziato ad informarci sul sito della Farnesina e ci siamo iscritti al portale “Viaggiare Sicuri”. Poi ho deciso di chiamare l’ambasciata italiana a Madrid e loro ci hanno detto che stavano cercando di organizzare i rimpatri e che bisognava monitorare i pochi voli disponibili, soprattutto per gli italiani bloccati alle Canarie e Baleari. Così ho prenotato dei voli con date diverse per me e per mia moglie nella settimana di Pasqua, ma purtroppo anche questa volta sono stati cancellati e nel frattempo i voli organizzati dalla Farnesina, a prezzi esorbitanti, erano ormai tutti pieni».

Una situazione al limite del paradossale che però non ha scoraggiato Vincenzo e Agnese.

«Abbiamo prenotato un altro volo per il 1 maggio, ma niente da fare, e allora ho richiamato la Farnesina – spiega Vincenzo -. Loro ci hanno proposto dei voli per il 17 e 18 aprile a prezzi folli che però andavano comunque a ruba. Alla fine abbiamo deciso di acquistare il volo del 20 aprile (Valencia-Milano-Roma) della compagnia Neos alla modica cifra di 330 euro a persona. Prezzi assurdi per noi e soprattutto per studenti in Erasmus, giovani rimasti senza lavoro a causa della chiusura della attività e famiglie senza lavoro».

Ma non è tutto perché il viaggio di ritorno in Italia ha assunto i connotati di un film dell’orrore.

«Siamo arrivati all’aeroporto di Valencia e nessuno ha controllato il nostro stato di salute o misurato la temperatura – continua Vincenzo -. Una volta arrivati a Milano ci si è messo pure il maltempo e il volo per Roma è stato un vero e proprio incubo: tra turbolenze e gente che stava male. Atterrati a Fiumicino anche qui non è stato effettuato alcun controllo sanitario, ma solo sulla nostra autocertificazione. E per concludere in bellezza abbiamo aspettato oltre 2 ore l’arrivo dei bagagli a causa di un’errata comunicazione da parte della compagnia aerea».

Una brutta avventura che si è conclusa con il tanto agognato ritorno ad Andria.

«Finalmente siamo a casa dopo oltre 40 giorni di esilio – conclude Vincenzo – ed una spesa di oltre 1.500 euro compresi i tanti voli cancellati. Speriamo di poterli recuperare al più presto e di poter ritornare il prima possibile ad una vita normale».