Sono 248 i casi di Coronavirus accertati in Puglia, sale a 18 il numero dei decessi, mentre sono 34 le persone positive al Covid-19 ricoverate in terapia intensiva. Stamane il presidente della Regione Michele Emiliano assieme ai componenti del Dipartimento della sanità pugliese hanno illustrato come nei prossimi giorni verrà affrontata l’emergenza, prevedendo un picco di oltre 2000 casi con l’esigenza di avere a disposizione almeno 1000 posti in terapia intensiva.

In base al decreto ministeriale emanato lo scorso 29 febbraio sono sospese tutte le attività sanitarie della Puglia non urgenti soprattutto per preservare il personale medico dal contagio. In ospedale si entra solo attraverso il servizio di 118 dopo aver consultato i medici, l’obiettivo è limitare i casi di ricovero e curare la malattia in casa.

«Costruiremo terapie intensive con separazione fisica dalle altre unità – ha detto Emiliano. Le sedi devono essere concentrate e non moltiplicate. Se abbiamo ospedali sparsi, il contrasto al Covid-19 sarebbe più complicato».

Per questi motivi l’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti, dotato di un impianto a pressione negativa, sarà il punto di riferimento per la cura dei pazienti affetti da Coronavirus.

«Siamo in grado di fronteggiare l’emergenza – ha spiegato Emiliano – nel caso in cui i casi dovessero aumentare avremmo bisogno del supporto della Protezione Civile Regionale a causa del numero troppo esiguo di impianti di ventilazione e dispositivi DPI, una carenza che purtroppo sta colpendo tutta Italia».

Gli ospedali Covid-19 individuati sono oltre al “Miulli”, il Policlinico di Bari, il Riuniti di Foggia, il Perrino di Brindisi, l’Annunziata e il Moscati di Taranto, il Vito Fazzi di Lecce, il Vittorio Emanuele II di Bisceglie e due case di cura private del barese. Al momento sono 78 i posti letto dotati delle specifiche apparecchiature e la Regione sta provvedendo alla dotazione necessaria sino a 202 posti letto aggiuntivi.