Conferimenti a singhiozzo nella scorsa settimana e ritardo accumulato che va smaltito con impianti ancora non fruibili al 100%. E’ questa la sintesi della questione raccolta ad Andria della frazione umida mentre resta completamente ferma l’isola ecologica che raccoglie i rifiuti ingombranti. Abbiamo provato ad ascoltare direttamente la Sangalli per capire cosa stia accadendo in città, visto anche il silenzio degli enti preposti come Comune di Andria ed Aro BT2. Dall’azienda ci spiegano che nella scorsa settimana si è lavorato a circa il 35% delle possibilità dei conferimenti giornalieri. Questo ha causato inevitabilmente un accumulo di frazione umida sui camion dell’azienda lombarda che ha dovuto stoppare completamente la raccolta per due giorni ed ha ripreso solo oggi con una parziare raccolta. «Ora siamo all’80% dei conferimenti giornalieri – ci dicono dalla Sangalli – e scontiamo però l’accumulo della scorsa settimana. Stiamo cercando faticosamente di recuperare».

Il problema resta sostanzialmente di tipo economico e si cerca una nuova quadra tra tutti gli enti pubblici e privati coinvolti nella vicenda per normalizzare la raccolta. Resta invece ancora irrisolta, seppur ci dicono siano in corso contatti e proposte, la questione isola ecologica. Il centro di via Stazio che raccoglie i rifiuti ingombranti è sostanzialmente ancora pieno e chiuso ormai da oltre una settimana. Anche qui alla base dello stop ai conferimenti un debito da circa 100mila euro che il Comune di Andria deve alla ditta proprietaria dell’impianto di conferimento. Nel frattempo, proprio all’esterno dell’isola ecologica di via Stazio, si segnalano i primi abbandoni di rifiuti ingombranti. Una ecatombe di civiltà sicuramente accuita dalla situazione seppur mai giustificabile.

Nelle ultime ore, poi, sono apparse sull’albo pretorio del Comune di Andria, due importanti determine dirigenziali dell’ARO BT2 con oggetto la liquidazione di due importanti corrispettivi: si tratta proprio dei 110mila euro dovuti per ottobre 2019 alle ditte che raccolgono i rifiuti ingombranti oltre ai 150mila euro relativi agli emolumenti per la raccolta della frazione organica. Due atti che, presumibilmente, potranno sbloccare in modo più rapido la normalizzazione dei due servizi.