Seconda udienza del processo con rito abbreviato in corso di svolgimento presso il Tribunale di Trani per l’unica imputata, nel processo sulla tragedia ferroviaria del 12 luglio 2016, che ha scelto un rito alternativo a quello ordinario e cioè la dirigente del Ministero delle Infrastrutture Elena Molinaro. Il pubblico ministero ha chiesto per lei la condanna a 5 anni di reclusione per le accuse di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e disastro ferroviario in concorso con l’allora direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Virginio Di Giambattista (attualmente a processo con il rito ordinario), per non aver “compiuto verifiche periodiche” e adottato “provvedimenti urgenti” per eliminare il sistema del blocco telefonico su quella tratta a binario unico.

Nell’udienza di ieri, l’avvocato difensore, ha controbattuto alla requisitoria del pm Alessandro Donato Pesce, sostenendo che non vi è mai stata “indifferenza” nell’attività di controllo e di coordinamento di iniziative finalizzate a garantire maggiore sicurezza, anzi i continui richiami fatti alla società Ferrotramviaria non hanno mai avuto alcuna risposta. Ora la prossima udienza è prevista per il 17 dicembre dove ci sarà la nuova replica del pubblico ministero mentre il dispositivo finale è previsto per il 14 gennaio 2020.

Nel processo con rito abbreviato che si sta celebrando dinanzi al gup di Trani Maria Anna Altamura sono costituiti come parti civili la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, alcune associazioni, oltre ai parenti delle vittime e ai passeggeri sopravvissuti. Le stesse parti civili sono costituite nel processo con rito ordinario in corso dinanzi al Tribunale di Trani dove sono imputate la società Ferrotramviaria e 17 persone fisiche, tra dipendenti, dirigenti e vertici di Ferrotramviaria, un altro dirigente del Mit e due direttori dell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione).