Si intitola “Quel bastardo dell’alzhaimer” ed è il primo romanzo di Francesco Narducci, andriese già autore de “Il paziente zero”. Ma se il primo libro raccontava le vicende personali nell’affrontare l’evanzata della sclerosi multispla che lo aveva colpito e la regressione della malattia grazie ad una soluzione sperimentale cui aveva voluto sottoporsi, questa volta l’entusiasmo per la vita riconquistata lo ha condotto alla scrittura di un romanzo breve.

Il racconto è ambientato nella città di Bitonto dove il protagonista andriese arriva per aderire alla proposta di un lavoro in nero come assistente di un anziano malato di alzhaimer. La malattia che tipicamente rimuove i ricordi e il senso di orientamento spazio temporale di chi la soffre, qui fa riemergere il passato di sofferenze subite e procurate durante l’invasione tedesca nel finire della seconda guerra mondiale. Il senso di pietà che pervade il lettore nei confronti di quell’uomo che subisce la vecchiaia e la malattia, sarà sostituito, man mano che il protagonista francesco ne ricostruisce le vicende, da un turbinio di sentimenti contrastanti. Una storia da leggere tutta d’un fiato