Botte da orbi, violenze verbali e fisiche. Andria, la notte scorsa è stata infuocata di rabbia per una coppia accompagnata da un’amica. In molti sul web stanno cercando di identificare il giovane autore di questa violenza perchè possa non ripertersi più la scena agghiacciante che è stata messa in mostra nei pressi dell’ospedale Bonomo. L’audio che accompagna il video rende la scena ancor più macabra perchè, nonostante la distanza della ripresa effettuata con un telefonino, non solo i pianti, le urla, le minacce di morte ma ogni colpo inferto a quella giovane donna sembrano rimbombare nel silenzio dell’ora tarda.

La rotatoria che divide via Piave, via Vittorio Veneto e via Isonzo è stata il teatro di una di quelle scene che non possono rimanere solo un video di grande diffusione. Una scena che non può essere lasciata al semplice voierismo degli utenti social: perchè questo è l’esempio cui facciamo spesso riferimento nei servizi di cronaca quando sosteniamo che le mancate denunce, le sottovalutazioni di fatti come questo possono portare all’amaro esito di un episodio dalle conseguenze irreversibili. Questa violenza, non può essere giustificata per nessun motivo e chi l’ha subita deve trovare coraggio ma anche sostegno perchè episodi del genere non si ripetano più nei confronti di chi l’ha già subita e nei confronti di chi potrebbe subirla in futuro. Non si deve lasciare correre. Anzi. Bisogna consentire che gli apparati dello Stato preposti possano svolgere al meglio la loro funzione dissuasiva e rieducativa. Per consentire che ciò avvenga è però necessario un po’ di coraggio e determinazione. E una denuncia che mai come in questo caso si potrà definire una sana denuncia.