E’ una sostanziale conferma di tutti i rilievi espressi dal ministero per le finanze dopo l’ispezione tenuta presso il Comune di Andria quella che arriva dalla sezione di controllo della Corte dei Conti pugliese. La tardiva approvazione dei rendiconti degli esercizi 2014 e 2015, il superamento dei parametri di deficit, l’iscrizione di introiti da Italgas e Daneco che è rimasta una presunzione, la cattiva riscossione delle tasse locali con un particolare riferimento a quelle legate ai permessi a costruire e l’altrettanto cattivo recupero dell’evasione, le anticipazioni di tesoreria e l’uso improprio di fondi vincolati, il ritardo nei pagamenti, i fondi per la produttività dei dipendenti comunali e la situaizone dei mutui, le perplessità sull’applicazione delle sanzioni per la violazione del patto di stabilità avveuta nel 2012 con la riduzione del 30% degli emolumenti per l’amministrazione.

Tutti elementi su cui la Corte dei Conti pugliese ha valutato singolarmente talvolta rilevando miglioramenti, talvolta peggioramenti. Ma tutto si tiene grazie all’avvio della procedura di pre dissesto che dovrebbe consentire l’accesso al fondo rotativo per rimettere in ordine i conti del comune di Andria. Una porcedura che, una volta approvata, potrà evitare al comune di Andria di trovarsi in dissesto economico ma dovrà seguire rigidamente il protocollo sottoscritto con il piano di riequilibrio. Questo non significa che i rilievi confermati dalla sezione di controllo della corte dei conti pugliese dopo quelli del MEF non portino a passare la pratica alla procura della corte dei conti con l’eventuale sanzione per gli amministratori.