«Di solito PRE si dice di qualcosa che  viene prima: serve a prevenire il  fallimento.  Invece siamo largamente al post dissesto. Le parti più fragili stanno già cadendo: mense scolastiche, servizi sociali,  sporcizia e sicurezza, la tristezza della festa patronale. Poi cadono i dirigenti, i servizi , la economia: figurarsi che il comune ha un debito di 20 milioni solo peri rifiuti con Sangalli». Sono le parole di Vincenzo Caldarone, ex Sindaco della Città e pronto in una riflessione sulla situazione finanziaria del Comune di Andria.

«Siamo alla paralisi – spiega Caldarone – al cittadino confuso sembra tutto senza via d’uscita. Il piano di “risanamento” non può portare a niente: può solo restringere funzioni essenziali (che sono già all’osso) o aumentare le tasse provocando solo un aumento della evasione e non delle entrate. Bisogna restituire anche i tributi versati con la giostra delle false aliquote:  Non solo il bilancio pubblico, ma tutta la città è ferma e smarrita: come si fa a pensare a iniziative nuove o a investimenti così?? Se si grippa il  motore tutta la macchina si blocca, e noi siamo già a motore fuso. Purtroppo all’orizzonte non si vede niente di nuovo.  Grida accuse , ricerca di colpevoli (anche sacrosanta), ma nessun progetto, proposta,  responsabilità di ricostruire.  Dopo il pianto greco del predissesto di questi giorni, il problema è uscire fuori dalla crisi, e subito perché la città si svuota di ricchezza, lavoro, idee e dei nostri ragazzi. E diventa  marginale» .

«Non vengono prima le procedure e poi le risorse – prosegue Caldarone – non ci sono due tempi, non c’è risanamento senza sviluppo, e non c’è sviluppo senza risanamento. Le due cose si fanno insieme o niente, e possono ripartire solo da una guida diversa per la comunità. Molti di noi vorrebbero reagire, ma si sentono soli. Servono una coscienza forte, una rete civica di persone, idee, responsabilità e interessi trasparenti per spingere la economia, gli investimenti, la qualità urbana, il governo e la dignità di questa comunità.  Molto al di là delle sigle politiche e della dipendenza da correnti o partiti lontani. Un patto tra cittadini non solo nella politica del territorio, ma nella cultura, nella società e nella economia che abbia come fondamentale l’ABC di una comunità, un unico ma vero discrimine: “Andria bene comune”. Solo per questo vale la pena di incontrarsi e lavorare».